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In una realtà digitale sempre più fluida diventa molto alto il rischio del furto d’identità. Tra archivi, burocrazia, riconoscimento facciale e DNA è difficile impossessarsi dell’identità di un’altra persona. Purtroppo il furto d’identità è un neologismo giuridico con un punto debole: nessuno può “rubare” un’identità, ma “usarla” invece sì. Nel mondo digitale, il profilo dell’utente è costituito dall’insieme di elementi che lo caratterizzano. Per la quinta sezione della Cassazione sono da punire tutte le condotte ingannatorie che si palesano attraverso l’utilizzo dì nickname o falsi profili che celano persone diverse da quelle che dichiarano di essere per ottenere “vantaggi” di varia natura.

La diffusione dei servizi digitali ha spostato in maniera esponenziale la nostra vita reale verso un mondo virtuale. A oggi i rischi di subire un cyber crimine sono forse più alti rispetto a un reato comune. Questo perché affidiamo tutti i nostri dati sensibili a portali, social network, siti web e app; e questi dati hanno un costo.

Quello che emerge è un vero e proprio mercato secondario delle identità rubate. I motivi che spingono alcune persone a fingere di essere qualcun altro sul web sono molteplici. Ad esempio possono usare la nostra identità per postare contenuti offensivi sui social, anche compiendo atti illegali come offese razziali o antisemite, oppure realizzare azioni illecite come richieste di denaro o altro, usando – come accredito – il nostro nome e cognome.

Esistono comunque delle tecniche per evitare di farsi rubare i propri dati sensibili. Non dare mai per scontato le informazioni visibili sul social, può essere prezioso per chi ha intenzioni criminali. Usare password diverse e con combinazioni complesse, che vanno cambiate dopo qualche mese. Inoltre è opportuno fare attenzione quando si naviga in reti pubbliche, o dove la connessione Wi-Fi è aperta.

In quel momento il nostro dispositivo è vulnerabile e sensibile a eventuale attacchi, con la possibilità di subire il furto dell’identità digitale.
Da non sottovalutare la gestione delle autorizzazioni delle app. Controllare con attenzione quali azioni sono consentite ai programmi che scarichiamo ogni giorno, specialmente nei confronti dei software e dei servizi gratuiti i quali possono nascondere secondi fini.
Evitare di cliccare su link a messaggi mail o whatsapp di dubbia provenienza.

Il phishing dei dati bancari è un flagello quotidiano che si abbatte sulle nostre mail. In questo caso ogni difesa è vana. La prima cosa da fare è rivolgersi alla Polizia Postale. Allo stesso tempo è necessario controllare tutti gli accessi e le piattaforme presso cui si è registrati, installando se non presenti degli antivirus e cambiare tutte le password.

Il passo successivo è quello di monitorare con attenzione il proprio conto bancario e le carte di credito, verificando che non siano effettuate operazioni anomale. In ogni caso, se ci si sente a rischio, è meglio bloccare le carte di credito o ritirare i soldi dalle prepagate per proteggere i risparmi presenti sul conto. Presto, se i governi non troveranno delle soluzioni reali, il furto d’identità digitale diventerà uno dei problemi più seri da affrontare. 

Il Vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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