In questa epoca di crisi economica e sociale lo status di “povero” ha colpito una nuova classe sociale, prima assolutamente estranea a questo tipo di disagio.
Stando infatti a recentissimi dati Istat, i nuovi poveri intesi proprio come persone sena tetto, sarebbero anche persone con in possesso almeno del diploma, o che erano in possesso di un lavoro ma che sono stati licenziati.

Eh si, la crisi ha investito questa categoria di persone, cambiando il concetto di “senza tetto”.
Persone che hanno studiato e che qualcosa facevano messe nelle condizioni di povertà assoluta, tanto da non riuscire a permettersi una casa. Intanto le case popolari sappiamo tutti a chi vengono distribuite, e qui chiudo la polemica.
Questi dati, ossia quelli inerenti ai giovani come nuovi poveri, non sono lanciati soltanto dall’Istat, ma anche la Caritas aveva fatto un appello ovviamente non preso in considerazione, su questa situazione.

Lo Stato però, al momento, resta indifferente di fronte ad un problema recente, che ha avuto il suo boom negli ultimi 3 anni, da quando il 20% di questa categoria di popolazione ( cioè con un titolo dal diploma in su, e ex lavoratori) è in mezzo alla strada.

Non che vada meglio per quanto riguarda la povertà delle famiglie, in diminuzione rispetto allo scorso anno, anche se di numeri ufficiali l’Istat non ne ha ancora emessi, per quanto riguarda il 2017.
Mentre nel 2016 le famiglie italiane in condizioni di povertà assoluta raggiungevano la quota record di 1.619.000 famiglie.

Anche se questi dati sono in lieve calo, la situazione non è delle migliori, alla faccia di chi ha tanto a lungo decantato la ripresa economica.

A cura di Giacomo Biondi

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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