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Pare che la FIGC abbia ufficialmente aperto la caccia alle streghe e, sinceramente, non capisco il perché. I giornalisti riempiono pagine e pagine sul caso Parma piuttosto che sul caso Cellino, il quale in Inghilterra, è stato recentemente costretto a rassegnare le dimissioni dal Leeds, a causa delle sue pregresse problematiche con la giustizia italiana. Il “diritto dei privati”, intrinseco nelle modalità di governo del nostro diritto sportivo, in Italia è a dir poco eccellente sotto il profilo dell’efficacia giuridica e, in effetti, non capisco per quale strano motivo, bisogna fare tutto questo can-can. Pare addirittura che da qualche mese, tra Lega Calcio e FIGC, intere squadre di avvocati stiano lavorando per ottenere risultati simili a quelli raggiunti in Inghilterra per garantire idonee ristrettezze di accesso alla Premier League. Quello che segue, in sintesi, è il modello anti-crac per la Premier League inglese, che si applica sia nel contesto professionistico che in quello dilettantistico a tutti coloro che detengono una partecipazione pari ad almeno il 30 % di un club:

– modello standard applicabile a Presidenti, Direttori Generali, amministratori, segretari e responsabili della tesoreria (quest’ultima in Italia, è una figura atipica, forse paragonabile a quella del direttore finanziario, non facilmente individuabile comunque all’interno di una società sportiva);

– SPREGIO A NORME PENALI: i soggetti di cui sopra devono provare, tramite idonea certificazione, di non aver mai subito condanne, anche all’estero, per disonestà (…), cospirazione, corruzione, evasione fiscale, abuso d’ufficio, scommesse illegali, ostacolo alla giustizia, bagarinaggio, violazione alle norme del copyright per la trasmissione tv delle gare, presenza in registri criminali, condizioni di insolvenza e di bancarotta, squalifica inflitta da parte di un’organizzazione sportiva, divieto di accesso agli stadi.

– SPREGIO A NORME SPORTIVE: coinvolgimento diretto o indiretto nella gestione di un altro club calcistico, aver ricoperto cariche di responsabilità in 2 o più società di calcio risultate insolventi o fallite.

Pare che attualmente, i legali di Lega e FIGC, stiano lavorando su due fronti:

– patrimonialità e merito creditizio per coloro che intendono acquistare un club,

– credibilità ed onorabilità del potenziale acquirente.

La mia modesta opinione sull’argomento, si basa essenzialmente sul fatto che attualmente, esistono parametri economico-patrimoniali nonché di onorabilità, che consentono anche di costituire, nel massimo rispetto del presupposto di prudenza, sia banche che compagnie di assicurazione … detto questo, figuriamoci se non sia possibile istituire ed organizzare un efficiente metodo garantista, rigoroso ed attendibile, che permetta di acquisire un club di serie A, evitando di incappare in futuro in amare sorprese. La mia non vuole essere l’unica o la migliore soluzione possibile, ma certamente può essere una delle tante.

Le linee guida che potrebbero essere seguite, sono molto semplici:

– attribuendo alla Covisoc maggiori poteri, questo ente deve fungere da vero e proprio organo di controllo su tutti i clubs di serie A;

– il titolo sportivo del club deve essere cedibile, ovvero la società in difficoltà finanziaria, deve avere l’opportunità di poterlo cedere, contro l’incasso di un corrispettivo;

– la nuova società che acquista il titolo, non deve essere la classica srl da 10.000 euro, bensì una società mista, come ad esempio una SAPA, dove i soci che amministrano di diritto la società, oltre a rischiare l’investimento iniziale, mettono a repentaglio anche il proprio intero patrimonio personale (la Covisoc dovrà infatti preventivamente determinare se il patrimonio dei soci accomandatari, sia sufficiente per garantire la riuscita del progetto sportivo);

– chi compra dovrà altresì presentare alla Lega una garanzia fideiussoria esclusivamente bancaria a prima richiesta, di importo che la Covisoc dovrà determinare a seconda delle dimensioni del club, atta a coprire eventuali problematiche debitorie derivanti dal mancato rispetto degli impegni della società acquirente. Probabilmente queste linee, da molti saranno considerate eccessivamente stringenti, ma certamente coloro i quali decideranno in futuro di avvicinarsi ad un club, prima di farlo, ci penseranno bene … Con questi presupposti, chissà se Thohir, due anni fa, sarebbe riuscito ad acquistare l’Inter …

A cura di Prof. Pierluigi Vigo – Fotolia

Prof. Pierluigi Vigo

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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