E’ l’11 aprile 1991 e mentre nella rada del porto di Livorno il destino del traghetto Moby Prince e dei suoi occupanti (dopo una collisione con la Motonave Agip Abruzzo ed il tragico bilancio di 140 morti ed un solo sopravvissuto), assume i connotati della tragedia, nel Golfo di Genova, davanti a Voltri, una tremenda esplosione squassa la petroliera Haven, cinquecentocinquantamila tonnellate di stazza lorda ed un carico di centoquarantamila tonnellate di Crude Oil.
L’esplosione avviene durante un passaggio del greggio da una stiva all’altra, probabilmente per il surriscaldamento di una pompa; cinque persone delle trentacinque bordo, perdono la vita, mentre alte fiamme si levano, ben visibili dalla costa.

Fortunatamente il mare è calmo, ma ciò non impedisce la fuoruscita del greggio che in larga parte brucia, ma si allarga verso la costa o affonda sui fondali circostanti; la nave viene presto circondata dai mezzi dei pompieri ed appena possibile la si rimorchia per portarla in una zona meno pericolosa.
I danni sono però notevoli ed una parte cede ed affonda sino ai 470 metri, mentre quella restante, dopo aver ulteriormente bruciato per alcuni giorni, si inabissa davanti ad Arenzano, in un fondale di circa 80 metri.

Le operazioni di bonifica sono lunghe e dispendiose, però non complete, anche se nel 2008 le si interrompe come se tutto fosse sistemato, anche dopo il travaso di quanto ancora contenuto nelle cisterne della petroliera; sfortunata come tutte le navi cui viene cambiato il nome (almeno questo è quello che dicono le leggende marinare), a cominciare dal missile lanciato da una nave iraniana, che la centra in pieno Golfo Persico.

Le riparazioni sono lunghe e costose, ma in seguito si saprà effettuate al “risparmio, con materiali di scarto e in modo alquanto maldestro ed impreciso (il circuito che doveva portare il gas inerte dai motori alle cisterne, per sostituire quello esplosivo formato dal petrolio, montato al contrario, con il medesimo che finiva direttamente nelle caldaie).

Quello dagli Emirati Arabi al Porto di Genova Moltedo, è l’ultimo viaggio della Haven, che dopo aver scaricato solo parte del carico, viene fatta spostare proprio perché ritenuta “a rischio” e mai decisione fu tanto azzeccata e salvifica ….
Oggi il relitto dell’Haven è considerato il più grande relitto “visitabile” da subacquei del Mediterraneo (secondo alcuni addirittura il più grande del mondo), ovviamente dopo autorizzazione da parte della Capitaneria di Porto di Genova e con brevetti e preparazione adeguati, con un rapporto di una guida ogni tre sub, mentre nel resto delle aree marine liguri questo è di 1/5.

Sul relitto dell’Haven, giacente a profondità che vanno dai quaranta ai settanta metri, si sono immersi la mattina del 30 ottobre, quattro subacquei torinesi che ci hanno inviato un’immagine del relitto, ormai colonizzato da una ricca fauna marina ma sempre meta che emana un fascino particolare pur nella tragicità degli aventi connessi, di una tragedia che resta tra le più gravi del mondo marittimo, se non per le vittime, almeno per quanto riguarda l’inquinamento e le sue conseguenze.

Il Direttore Responsabile Maurizio Vigliani – La foto del relitto è di Bruno Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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