RIS SCIENTIFICA PROVA PROVE SCENA DEL CRIMINE LAMPADA UV DI WOOD

Tornano ad aumentare gli omicidi nel nostro Paese.

L’ultimo caso il killer di Lecce. Analizzando i dati del primo semestre 2020 forniti dalla Direzione Centrale della Polizia Criminale (Servizio Analisi Crimini), emerge un chiaro incremento degli omicidi nel mese di giugno (31), superiori a quello di gennaio (29). Si registra inoltre una diminuzione a febbraio (17), che si mantiene anche nei mesi del lockdown (16 a marzo e 18 ad aprile), per poi aumentare leggermente a maggio (20).

In totale sono stati 131 gli omicidi volontari. Poco tempo fa un altro duplice omicidio che ha scosso l’intera opinione pubblica. Per la Procura Salentina inquirente Antonio De Marco ventunenne residente in provincia di Lecce ha ucciso e avrebbe potuto uccidere ancora, anche se lui si è dichiarato “pentito” e ha affermato che “non lo rifarebbe”. Questo si legge sul provvedimento di fermo dal quale emergono diversi elementi che motivano, per l’assassino, il pericolo di recidiva.

Il Pubblico Ministero di Lecce giustifica le esigenze cautelari con una serie di elementi che fanno ritenere assai pericoloso l’indagato. Antonio De Marco, ventunenne di Casarano, studente di Infermieristica a Lecce e reo confesso del duplice omicidio dell’arbitro Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora Manta, suoi ex coinquilini, ora è in carcere e in isolamento per motivi di sicurezza. Un potenziale serial killer che, dopo quel terribile gesto compiuto con «lucida follia», si mostra affranto e si dispiace per quello che ha fatto, come riferito da chi l’ha sentito subito dopo il fermo. Scosso e provato, il giovane però non ha chiesto scusa. 

Contro di lui l’accusa di duplice omicidio, aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. Spietatezza, totale assenza di compassione e pietà verso il prossimo. D’indole violenta e insensibile a ogni richiamo umanitario, inquietante meticolosità nel descrivere la cronologia dei fatti. Questo è ciò che emerge leggendo gli atti dell’accusa. Una macabra ritualità, emersa dall’uso di fascette di plastica e soda per torturare i due fidanzati prima di ucciderli. Il tutto indossando una maschera realizzata con una calza di nylon, con due fori per gli occhi e una bocca disegnata con un pennarello nero.

Il sadico piano di morte, come rilevato da un foglietto recuperato nell’abitazione del ragazzo, prevedeva un’ora e mezza di tortura prima di arrivare a uccidere la coppia di fidanzati solo perché invidioso della loro felicità. Legati, torturati e ammazzati con sessanta coltellate, ha cancellato ogni traccia nell’appartamento, dopo averne lasciata una ben visibile sul muro. Dagli inizi di settembre De Marco aveva lasciato la casa, dove la coppia iniziava a vivere insieme. Mai deriso oppure offeso da Daniele o Eleonora. Nessun innamoramento – avrebbe dichiarato l’assassino – solo delusioni nei confronti di amori non corrisposti da altre ragazze, e tanta rabbia per la loro felicità.

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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