Gli inglesi nella loro quotidianità spicciola sono sempre stati diversi dagli stati europei. Basti pensare che in tutta la Gran Bretagna si guida al contrario e che sulle lunghe strade nei segnali non esistono i Km ma le miglia e per capire la lunghezza occorre fare dei calcoli matematici. Ma nel Regno Unito, dove tutto si scommette ci sono diversità fondamentali anche nella alimentazione, tant’è che mia zia di origine italiana, si è dovuta adeguare non in chilogrammi ma in libbre.
Londra da lunghi anni è stata una capitale diversa da tutte le altre rispecchiando la cultura di Enrico VIII, che affermava che non vi può essere alcuna istanza superiore alle leggi britanniche. È su questo principio di sovranità (che non va confuso col sovranismo) si basa il sistema costituzionale britannico tanto amato anche da Johnson.

Da allora le isole al di là della Manica hanno sicuramente avuto una storia diversa dall’Europa. Laddove la Gran Bretagna è stata sempre potenza ordinante rispetto all’UE, impegnata a forgiarne gli equilibri.

Anche ora gli inglesi, quando vanno in vacanza o seguono la loro squadra di calcio fuori dal Regno Unito dicono: andiamo in Europa a divertirci a vincere.

Insomma la brexit che ha spaccato a metà l’Inghilterra è arrivata e da oggi molti scenari economici cambieranno, per gli inglesi inizia una nuova era magari più monarchica, ma intanto il primo dato significante rimane quello della finanza che pare prendere un’altra strada per le tante incognite di interscambi commerciali dopo l’uscita dall’Europa.

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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