Venerati o temuti, immolati o vezzeggiati, talvolta imitati o barbaramente torturati, sempre ritratti con occhio indagatore, gli animali hanno sempre fatto parte della storia quanto l’uomo. Profondamente rispettati da grandi religioni come l’Induismo e il Buddismo, amati da un grande santo cristiano come Francesco d’Assisi, la loro presenza è rilevante nelle rappresentazioni simboliche di tutti i tempi, in accordo o meno con alcune credenze popolari.

Uno degli esempi più straordinari è rappresentato dalla visione dei “Quattro Viventi” di Ezechiele o Tetramorfo, una rappresentazione iconografica risalente ad una simbologia di origine mediorientale raffigurante: Toro, Leone, Uomo e Aquila. Essi si collegano e raffigurano anche gli elementi (Aria, Acqua, Terra e Fuoco) oltre ai quattro punti cardinali della volta celeste e il rinnovarsi delle stagioni; per questo motivo anticamente molto spesso la Costellazione dell’Aquila era preferita a quella dello Scorpione, nella quale ci si riferiva al rotatorio riperpetuarsi dei vari periodi dell’anno, considerando anche la sua accezione psicologica e spirituale.

Lasciando le sfere dell’immaginazione creatrice cerchiamo di esaminare in profondità i significati degli animali più noti, siano essi di natura familiare quanto esotica.

Il cane fu compagno dell’uomo anche nell’oltretomba secondo quanto viene attestato nell’Antico Egitto e nella corrente Ermetica, anche nel Paganesimo romano il cane fu in relazione con il regno delle ombre: i Lari (spiriti protettori degli antenati defunti) e i Penati (divinità protettrici della famiglia e dello Stato) vennero infatti dapprima rappresentati sotto forma di cani e poi come giovani vestiti di pelle di cane o accompagnati da cani. Esso venne inoltre disprezzato dai Musulmani più rigidi (ad eccezione del levriero) e considerato impuro dagli Ebrei ortodossi. Il cane è comunque emblema di vigilanza e fedeltà.

Il gatto ha una fisionomia enigmatica e per alcuni inquietante, venne venerato dagli egizi, fu perseguitato dal Medioevo fino ai tempi moderni perché sospettato di essere compagno di streghe e diavoli, esso divide ancora superstiziosi nemici e ferventi ammiratori. Quello nero in particolare è considerato ancora tutt’oggi da alcune tradizioni popolari simbolo di sventura, essendo comunque una creatura notturna sembra avere percezioni che sfuggono ad altri animali.

Il delfino è simbolo di rigenerazione ed è spesso stato raffigurato su antichi sarcofagi come “promessa” di resurrezione; è l’animale che secondo la mitologia si trova a fianco di Afrodite e di numerose altre divinità, fu uno degli attributi di Apollo come testimoniano monete e monili sia greci che romani e venne riprodotto sulla corazza di Ulisse. Da sempre è considerato amico dell’uomo e identifica l’aspetto benevolo del regno animale, in epoca medievale veniva considerato come immagine di Cristo “salvatore di anime”.

Il cavallo è sempre stato rappresentato dall’uomo in maniera contrastante, sia come apportatore di vita che come emblema di tenebre e morte. Simboleggia comunque lo scorrere della giovinezza e l’impetuosità del desiderio; esso raffigura nel nostro inconscio la memoria istintuale che pervade i nostri sogni o s’impenna per ammonirci su un equilibrio precario e fragile negli stati più profondi della psiche. In base al suo colore viene considerato creatura lunare o immagine accecante di luce solare.

Il serpente è uno dei nemici più insidiosi dell’uomo, immagine figurativa dello strato più profondo e torbido della nostra psiche e della libido. Molte religioni lo hanno nominato come l’incarnazione del Male, mentre secondo altre culture è uno degli animali più venerati, simbolo di conoscenza, rigenerazione ed energia erotica.

La civetta secondo alcune credenze popolari è un animale stupido, nell’età barocca veniva vista come un volatile deputato all’Eresia mentre secondo i greci era emblema di Pallade-Atena, Dea della saggezza e della sapienza; nel Medioevo rappresentava il simbolo della meditazione più profonda.

Una coppia antagonista fu la gallina nera, simbolo del diavolo per i negromanti e il gallo che al contrario cacciava le streghe, i demoni e i fantasmi con il suo canto simbolico alle prime luci dell’alba. Questa attribuzione benefica gli consentì di comparire su molti monumenti cristiani e di essere utilizzato come banderuola sui campanili delle Chiese.

Ci sono inoltre animali che hanno caratteristiche prettamente positive quali:

l’ape secondo tradizioni antiche era associata all’operosità, all’equità e all’amore, nel Rinascimento il suo pungiglione e il miele che produce vennero paragonati alla giustizia e all’amore di Cristo.

L’albatro è un uccello marino (cantato da Baudelaire) portafortuna di marinai e poeti.

– Il cammello con la sua cavalcatura fedele e robusta simboleggia sobrietà, ricchezza e temperanza.

– La cicogna è un volatile chiamato a rappresentare il concetto di Pietas (sentimento di affetto e profonda devozione nei confronti della Patria, delle divinità e della famiglia) e dell’esaltazione religiosa oltre ad essere protettrice del focolare e portatrice di nuova vita.

– La coccinella è la messaggera divina, porta l’annuncio di primavera ed è emblema di umiltà.

L’ermellino nell’araldica medievale fu preso come icona del cavaliere senza macchia e senza paura.

Vi sono ovviamente altri animali che hanno connotazioni e significati negativi quali:

l’asino è l’emblema dell’ignoranza, accompagnatore dei morti con il manto di colore rossiccio e compagno degli immortali con il manto di colore bianco.

– Lo struzzo raffigura l’obbedienza, l’equità e la crudeltà, nelle rappresentazioni allegoriche si ricollega al rigore, all’oblio e alla durezza.

– Lo sciacallo è considerato l’incarnazione urlante dei demoni.

– Il ragno è un simbolo cosmologico in India, tessitore di un mondo pericoloso, intrecciando la sua rete sull’intero Cosmo.

A cura di Barbara Comelato – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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