Il Giro d’Italia oltre che ciclismo è, da sempre, festa popolare e storia, un grande libro di ricordi che si tramanda dai nonni ai nipoti dove le immagini sono da sempre, anche quando la TV era solo in bianco e nero, a colori.

Rosa, Ciclamino, Azzurra e Bianca oggi sono le tinte delle maglie sulle spalle dei ciclisti, simboli magici ai quali però manca la “Cenerentola” della storia. Come nella fiaba la “Maglia Nera” alla fine del racconto risulta la più amata dalla gente, simbolo dei girini prendono vento in faccia tutta la giornata per il loro capitano, che portano le borracce, che cedono la propria ruota o bici e aspettano l’ammiraglia ….. il ciclista a cui istintivamente in salita ti viene di dare una spinta e incitalo a tenere duro e urlargli: “Tieni duro che dopo la curva è finita….” pur sapendo che dopo la curva la è ancora più dura.

Nelle storie in osteria, tra una briscola e un bicchiere di vino, quante volte ho sentito narrare le vicende di Malabrocca, simbolo iconico della Maglia Nera del Giro d’Italia, aneddoti come “si nascondeva nei fienili oppure fingeva di forare pe arrivare ultimo” che ancora oggi sembra attuali e che fanno parte della memoria storica della Corsa Rosa. Basta poco a fare sorridere, forse io sarò un “romantico” delle due ruote, ma credo sarebbe e sarebbe bello ritrovare la maglia che rappresenta tutti.

A cura di Dott. Daniele Baldini – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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