E’ tutto pronto a Torino per la partenza dell’edizione numero 104 del Giro d’Italia, da sabato 8 maggio al 30 dello stesso mese, 21 tappe per complessivi 3.479,9 chilometri, con 47.000 metri di dislivello da superare.

Si inizia con la cronometro che porterà i 184 iscritti ad affrontarsi lungo gli 8,6 chilometri dei viali ed i corsi del centro di Torino, per assegnare la prima maglia rosa, con il Campione del Mondo Ganna grande favorito.
Da domenica il serpentone colorato attraverserà l’Italia lungo strade dove nonostante il Covid, non mancherà il solito incitamento dei tifosi, con tutte le opportune cautele del caso, ma senza dimenticare che proprio i tifosi sono l’anima di uno sport di grandissima fatica, spesso squassato da quel problema chiamato doping e polemiche che non riescono comunque a renderlo “antipatico”.

Sarà la fatica, saranno i personaggi, magari i campioni e quelle rivalità che ne sono il succo, ma il ciclismo attira la gente da sempre, disposta ad attendere il passaggio del serpentone per ore, sotto il sole cocente o la pioggia battente; non c’è caldo o freddo che tengano per vedere i protagonisti, ma anche l’ultimo della fila, per applaudirli, sperando magari che qualcuno getti una borraccia (cosa ormai consentita solo in determinate zone) da portare a casa quasi fosse un trofeo.
Ventitre squadre dunque a darsi battaglia, con alcuni favoriti, pur se mancherà il vincitore della scorsa edizione, Tao Geoghegan Hart, della Ineos, che lascia il numero uno al compagno Egan Bernal, primo al Tour 2019 e non troppo brillante nella passata stagione, a causa di un mal di schiena che ha reso incerta la sua presenza anche al Giro, sino a pochi giorni fa.

Il primo dei suoi avversari, dovrebbe essere il secondo arrivato della scorsa edizione della Corsa Rosa, l’australiano Jai Hindley, che sarà affiancato, nella DSM, da un altro potenziale protagonista, il francese Romain Bardet, due volte sul podio del Tour; così come protagonista certo sarà il giovane portoghese Joao Almeida, per 15 giorni maglia rosa e quarto nella classifica finale del Giro 2020.

Almeida, che veste la maglia della Deceuninck-Quick-Step, avrà al suo fianco quello che è forse il corridore più atteso del Giro, il belga Remco Evenepoel, che fa il suo rientro dopo la bruttissima caduta dell’ultimo Lombardia, quando finì in una profonda scarpata, dopo l’impatto contro il parapetto di un ponte; indubbiamente non si discute la bravura del belga e la sua forza, ma l’incidente di cui è stato vittima è terrificante anche solo a rivederlo, e l’incognita è proprio data dalla lunga assenza dalle corse, con la ripresa che avviene sulle strade, difficili, del Giro.

Altro uomo da inserire nel novero dei favoriti è l’inglese Simon Yates, della BikeExchange, recente vincitore del Tour of the Alps, così come un pensiero al rosa finale lo fanno certamente l’olandese Bauke Mollema, della Trek Segafredo ed il duo della Bahrain, Mikel Landa e Pello Bilbao, oltre ad una serie di altri possibili protagonisti ed alla solita “sorpresa”, qualcuno capace di unire forza e bravura, alla capacità di approfittare dell’altrui tendenza a controllarsi, per lasciare scappare la fuga che con il passare dei giorni diventa “quella buona”, come fece l’Ecuadoregno Carapaz nel 2019, bravo a far saltare il banco che vedeva Nibali e Roglic quali favoriti assoluti.

Proprio Vincenzo doveva essere la punta italiana al Giro, ma la brutta caduta e la frattura al polso di poche settimane fa saranno un problema non di poco conto per lo Squalo dello Stretto, costretto a subire una delicata operazione e rimessosi in bicicletta solo da pochi giorni, dopo aver saltato tutto il programma di avvicinamento e quindi non certo in possesso di quella condizione necessaria sin dal via.

Nibali lo conosciamo tutti, certamente non si tirerà indietro e se proprio non potrà essere tra i protagonisti per la vittoria finale, cercherà comunque di lasciare il suo segno in qualche tappa di quella che si presenta come una terza settimana difficilissima; la carta d’identità non è certo dalla parte di Vincenzo, ma il suo carisma, le sue qualità, ne fanno comunque un campione da mai sottovalutare, specie se la squadra non lo lascerà solo, come troppo spesso accaduto nelle ultime stagioni.
Il resto degli italiani difficilmente potrà ambire a qualcosa di diverso dal mettersi in mostra in alcune tappe; l’eterno Pozzovivo (38 anni), con gli altrettanto “ex giovani” Caruso (33 anni) e Visconti (38 anni), sono ancora i più affidabili dei nostri corridori, mentre si attende sempre il salto di qualità dei vari Ciccone, Formolo, Conti, mentre Moscon potrebbe dire la sua se non sarà costretto al solo lavoro di gregariato dalla Ineos.

Anche quest’anno sarà nuovamente il Giro dei giovani e delle sorprese? Di certo Hindley ed Almeida sono giovani ma non più sorprese e sarebbe una sorpresa, ma non troppo, Evenepoel, il resto lo vedremo dal 8 al 30 maggio, augurandoci che la corsa sia entusiasmante, senza quegli episodi, cadute ma anche l’ammutinamento di Morbegno, a condizionarne la bellezza ed il risultato finale.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Patrizia Ferro

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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