“NON SI AFFITTA AI SETTENTRIONALI”
IL “COPRIFUOCO DEL NORD ITALIA” E IL POCO CHE SAPPIAMO DEL COVID-19

Italia alla ricerca dell’identità perduta!
Scrivo di sabato, ho appena appreso che la chiusura delle scuole si protrarrà ancora di una settimana nella regione Emilia-Romagna .
Da lunedì, i luoghi di aggregazione, ovvero musei, cinema, teatri, chiese, discoteche ritorneranno in vita, forse, ma mentre mi aggiro per la città, ho come la sensazione che tutti si chiedano cosa fare, se fare un minimo di scorta al supermercato, hai visto mai che finiscono davvero gli spaghetti e rimangono sugli scaffali solo le penne liscie, e poi, che fare, lo permettiamo ai figli che ce lo domandono, se è il caso di andare alla festa di compleanno di Lucia, o cose del genere?

Cose grandi e piccole!

Mi alzo dal tavolo del bar dove ho appena sorseggiato un caffè, vado in bagno e…che faccio?
La tocco la maniglia?”
Prendo un fazzoletto dalla borsa sapendo perfettamente che non servirà a niente, ma…entro in bagno per prendere la dose giusta, e lavarmi le mani ma…la tocco la leva del sapone?
Se non la tocco, come le lavo le mani?
Risalgo in macchina, e vado alla ricerca di gel igienizzante, e della mascherina, annullo viaggi, torno a casa!
Spero, mentre scrivo, che tra poco, questa mia riflessione mi sembri ridicola, vorrà dire che ho avuto solo paura, intanto…

Per disgrazia ricevuta!

Coronavirus

Scrivo in un sabato di sospesa accortezza.
Siamo in attesa, rintanati.
Poca gente per strada, giù la serranda di qualche bar di solito aperto, guardiamo tutti le notizie, e le vediamo colare, come lava, lungo la cartina geografica.
Dopo Veneto, Lombardia, Piemonte, si aggiungono Emilia- Romagna, Marche, Puglia, Liguria, Sicilia, ed è solo questione di tempo, quello che il Covid-19 ci metterà a fluire!

Domani? Dopodomani?
Quale sarà la situazione?

Gli uomini di scienza invitano a non sottovalutare, e non allarmarsi, lasciandoci nella sospensione, e gli uomini della politica barricano le città e i residui di ottimismo o noncuranza.
Il Covid -19 in Italia sta riuscendo a ribaltare il più classico degli stereotipi nostrani : quello del “razzismo” dei settentrionali verso i meridionali.

Il suo diffondersi quasi esclusivamente al Nord, per ora, ha dato il via a un insolito fenomeno di discriminazione al contrario.
C’è chi vive questo inedito scenario come uno scherzo, ma anche chi coglie l’occasione per litigare e riesumare vecchie polemiche.
Su Twitter un utente ironizza:” Rivincita terrona. Non si affittano case ai settentrionali”

Intanto c’è davvero chi auspica misure restrittive, come il sindaco di Ischia, che qualche giorno fa aveva cercato di chiudere i porti dell’isola, o il governatore della Basilicata, che tratta chi arriva a Potenza e dintorni dalla Lombardia e dal Veneto, ma anche dal Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna come un appestato: 14 giorni di quarantena per tutti, anche per chi viene da città dove non c’è traccia di coronavirus.

Siamo tutti un po’ smarriti, non mi sento di dare giudizi, sarà la catastrofe o è l’eccesso zelante di profilassi, ma osservo la bestia di meravigliosa complessità che è l’uomo, e vedo la ricerca costante di una spiegazione: la ricerca dell’infelicità, o meglio, del perchè siamo così infelici e così spaventati, e così rabbiosi, da buoni cittadini della moderna società dell’isteria di massa.

Ogni giorno ci offre la sua pena, motivo sufficiente e ulteriore per chiudersi dentro a doppia mandata.
La crisi economica, i vecchi fascisti, gli immigrati, l’identità minacciata, la globalizzazione che globalizza anche morbi sconosciuti.

Il nemico invisibile ci ha paralizzati alla perfezione, questa volta.

Non so se qualcuno ha letto la Peste di Albert Camus.
C’è un punto in cui Jean Tarrou dice” Ciascuno la porta in sè, la peste, e nessuno, no, nessuno al mondo ne è immune”
La peste c’era prima della peste, era già dentro di noi.
Aspettavamo soltanto il momento buono per farla uscire!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Marco Iorio Roma

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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