Gianni Agnelli, per chi l’ha conosciuto era l’avvocato d’Italia. Nato il 12 marzo del 1921 a Torino, stessa città dove è morto il 24 gennaio del 2003, è stato per oltre 50 anni al vertice della Fiat e anche uno dei principali ambasciatori del made in Italy nel mondo. Tra le sue passioni lo sport, con la Juventus e la Ferrari, ma anche i salotti mondani e la dolce vita a New York. Un imprenditore con la camicia dentro la politica e quell’orologio di pregio che gli appoggiava sopra come pochi, un uomo elegante che amava spesso anche sorridere spontaneamente.
Nato a Torino il 12 marzo 1921, orfano di padre a 15 anni, Agnelli trascorre la giovinezza sotto l’ombra della figura seriosa del nonno. Frequenta la scuola di cavalleria di Pinerolo e partecipa alla Seconda guerra mondiale in Russia e in Tunisia ottenendo anche una decorazione al valor militare.
In Fiat entra alla fine del periodo bellico come vicepresidente, quando l’azienda era gestita da Vittorio Valletta, che procede alla ”normalizzazione” e avvia la produzione di quei modelli di auto popolare che imporranno la casa torinese come vera protagonista della motorizzazione di massa in Italia e con l’occupazione che aumenterà a vista d’occhio.
A caratterizzare la sua carriera da impresario torinese c’è la sua scalata alla Fiat quando nel 1963 diventa amministratore delegato e nel 1966 presidente. Il suo carisma porta la Fiat ad essere tra le case automobilistiche più importanti a livello internazionale.
Le sue prime vere passioni, il legame fisso con la Juventus di cui Agnelli è stato presidente dal 1948 al 1953, e che rimarrà il primo tifoso fino alla sua morte.
All’Avvocato è anche legato il marchio Ferrari: Gianni Agnelli diventa infatti un grandissimo appassionato di motori e non fa mancare la sua presenza nei box del Cavallino Rampante.
Dopo 20 anni il suo immenso carisma è ancora vivo.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto ImagoEconomica