Il 12 marzo 1921 a Torino nasceva Gianni Agnelli, al secolo Giovanni per tutti l’Avvocato. Sono passati 100 anni o se proprio preferite è trascorso un secolo.
Gianni Agnelli ha cambiato il mondo dell’industria in modo particolare quella dell’auto e non solo in Italia.
Capo dell’azienda di famiglia, la Fiat, per 40 anni, a partire dal 1966, diventa senza ombra di dubbio il simbolo del capitalismo italiano. Ma l’avvocato non era solo un industriale, era la Juventus in persona e pure un grande seduttore sin da giovane, tanto che passa agli onori della cronaca mondana per la vita dorata tra la Costa Azzurra, Parigi e New York. Insomma era nato con la camicia, fortunato di suo.
E’ comunque vero anche il fatto che Agnelli ha vissuto parte delle sua vita non solo in giro per le mete più gettonate, ma dove aveva radici, in Piemonte, nel piccolo comune montano della Val Chisone, ne divenne anche sindaco per diversi anni, regalando ogni estate a Villar Perosa, per i tifosi della Juventus, un’amichevole.
Sull’ultimo Re d’Italia non basterebbe una “collana enciclopedica” per descriverlo, ci limitiamo di ricordare la sua lunga amicizia con Cesare Romiti (cassaforte della famiglia), con Enzo Ferrari (ideatori di stile e unici nel costruire alcuni prototipi del cavallino rampante a Maranello), con Harry Ford (che pare gli rubasse qualche brevetto) con (Dino Zoff) tra i portieri più forti al mondo.
Tra le pagine ingiallite di vecchie edizioni di quotidiani e libri che raccontano la storia di Gianni Agnelli, esiste ancora qualcosa che lascia aperto un interrogativo. I suoi rapporti con la Libia? Come allora, anche oggi, sono sempre più di attualità nel mondo politico, ma questa volta senza Gheddafi e l’America che sbuffa di meno, perchè non c’è il petrolio nella discussione, ma barconi o gommoni.
Adesso la città di Torino, la Fiat, l’Italia, i vertici del Lingotto, la Juventus, senza l’avvocato fanno meno clamore, qualcosa di angelico si è spento per sempre tra le nebbie di una collina ricolma di vigneti.
Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Imagoeconomica