Perché Gaeta è “la città delle cento chiese”
Gaeta è un vero e propio tesoro adagiato sulla costa laziale e più precisamente in provincia di Latina. Si trova appollaiata in cima a un promontorio che permette di regalare al visitatore scorci altamente panoramici. Una città dalle origini molto antiche, che risalgono addirittura al IX-X secolo a.C.

Ma non solo. Gaeta è anche un posto ricco di spiritualità e dove edifici religiosi di una certa sontuosità arricchiscono le vie del borgo. La verità, però, è che in questa perla del Tirreno le chiese non sono 100, ma circa la metà. Anzi, per essere più precisi sono più o meno 56 e tutte che danno vita a un itinerario mistico e straordinario. Il motivo di questo numero inferiore a quello che recita il soprannome è molto semplice: porzioni di chiese sono state assorbite nel corso dei millenni da palazzi o edifici, altre sono state rase al suolo dai bombardamenti bellici, e altre ancora sono chiuse in attesa di restauro.

Tra le chiese da non perdere c’è quella dedicata a San Francesco, una spettacolare Cattedrale che sovrasta il borgo medievale e arricchita da facciate gotiche. Maestoso anche il Santuario della SS. Annunziata che è affacciato sul Golfo di Gaeta. Al suo interno la Cappella d’Oro, la cui storia è legata a papa Pio XI.

Da visitare assolutamente anche il Duomo di Gaeta che vanta un campanile di ben 57 metri di altezza. Al suo interno sono esposte e protette preziose opere d’arte e i corpi dei santi patroni della città, Erasmo e Marciano.

Interessante anche la Chiesa di San Domenico con una struttura a due navate diseguali che riprendono lo stile tardo gotico. Ma la vera zona dell’edificio religioso che lascia senza fiato è la cripta posta sotto la sagrestia della Chiesa: la Terra Santa, così chiamata perché vi venivano sepolti i sacerdoti che facevano parte della confraternita del SS Rosario. Qui, infatti, sono esposti oltre settanta teschi.

Infine, ma questi sono solo esempi, il Tempio di San Francesco che vanta una statua bellissima, dedicata al Santo Patrono italiano, che svetta al centro della scalinata monumentale.

La montagna spaccata di Gaeta
Gaeta non è solamente una città ricca di chiese, è anche un borgo magico e a tratti surreale. Uno dei posti di particolare suggestione è la sua Montagna Spaccata, ossia una porzione di Monte Orlando diviso in due. Ma come ha fatto a diventare così?

Secondo la leggenda più famosa, la Montagna Spaccata di Gaeta si sarebbe divisa in due grandi blocchi quando è stato crocefisso Gesù Cristo. C’è una lapide che si trova all’interno della spaccatura principale, infatti, che riporta la seguente citazione dal Vangelo secondo Matteo: “Gesù rese lo spirito, la terra tremò e le rocce si spaccarono” (cfr. Mt 27, 50-51).

Inoltre, in cima al promontorio svetta il Santuario della SS. Trinità che fu fondato nel 930 a.C. dai Padri Benedettini sulle rovine della Villa di Munazio Planco. Entrando dentro la montagna, tramite le fenditura centrale delle tre presenti, è possibile salire 35 gradini che portano e raggiungere un punto panoramico che si affaccia a strapiombo sul mare.

Da ammirare anche la cosiddetta “Mano del Turco“, un’apertura nella parete a forma di una mano che, secondo la leggenda, si formò quando un marinaio turco, non credendo che la montagna si fosse spaccata alla morte di Gesù, appoggiò il suo arto sulla roccia che miracolosamente divenne morbida formando, di conseguenza, l’impronta della sua stessa mano. Sotto si può leggere una scritta latina con le seguenti parole: “Un incredulo si rifiutò di credere a ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia rammollitasi al tocco delle sue dita“.

Poco più in basso c’è “il Letto di San Filippo Neri”, un giaciglio di pietra in cui si racconta si recasse Filippo Romolo Neri a pregare e riposare. Infine, la Cappella dedicata al Crocifisso che fu costruita quando un macigno si staccò e andò a incastrarsi tra le pareti della spaccatura.

Ma probabilmente, l’attrazione principale della Montagna Spaccata di Gaeta è la Grotta dei Turchi, così chiamata perché qui, nel nono secolo, le navi dei saraceni trovavano riparo. Sfortunatamente, per ragioni di sicurezza, sono praticabili solo i primi 60 gradini, ma la bellezza del panorama è comunque inquantificabile.

Gaeta, il centro storico e il mare
Gaeta è chiese meravigliose, montagne dai profili inediti, ma anche un centro storico di tutto rispetto e un mare di una bellezza sconvolgente. Basti pensare alla Gaeta medievale che è un eccezionale dedalo di stradine e vicoli che sembrano essere rimasti fermi nel tempo.

Particolarmente imponente è certamente il suo Castello Angioino-Aragonese che si erge in posizione dominante e panoramica sui tetti delle case e sul limpido mare. Il maniero si compone di due diverse fortezze: quella Angioina e quella Aragonese, unificate nel corso dei secoli per difendere la città.

Bellissima anche Via Indipendenza con i suoi dintorni. Qui casette deliziose, balconcini pieni di piante e panni stesi ovunque fanno credere che il tempo non sia mai passato. E poi si arriva al mare. Gaeta, infatti, si rivela una meta perfetta per riposarsi, ma anche per fare camminate e andare alla scoperta delle sue numerose attrazioni.

La spiaggia cittadina è Serapo, una distesa di sabbia fine e dorata piena di stabilimenti. Ma ad essere onesti Gaeta vanta una costa lunga 10 chilometri in cui sono presenti anche piccole insenature e punte rocciose. Tra i lidi da non perdere vi consigliamo la piccola Spiaggia di Fontania che è collocato poco più a Nord-Ovest della Spiaggia di Serapo. Particolare anche la Spiaggia dei 40 Remi, anche se raggiungibile solo in barca o a nuoto.

Bellissima la Spiaggia dell’Ariana che è stata più volte insignita della Bandiera Blu per via delle sue acque limpide e cristalline.
Infine, l’affascinante Spiaggia dell’Arenauta conosciuta anche come Spiaggia dei 300 Gradini perché l’unico modo per raggiungerla è scendere tramite una scalinata composta, appunto, da ben 300 gradini.

Insomma, Gaeta è bella, sacra, con un mare da sogno e anche con quel pizzico di magia che la rende davvero unica al mondo.

A cura di SiViaggia – Foto Travel

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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