La storia delle persiane è affascinante
e riflette la ricchezza culturale dell’Italia.
La persiana è un tipo di infisso architettonico esterno alla finestra, utilizzato per regolare il passaggio di aria e luce all’interno degli ambienti. Può essere ad anta singola o doppia, scorrevole o avvolgibile. Insieme all’antone forma l’insieme delle imposte.
Originariamente importate dalla Persia (il termine Persiane deriva dal fatto che i mercanti veneziani le importavano dalla Persia, vengono chiamate anche Veneziane proprio a causa dei primo importatori), queste hanno acquisito un significato unico in Italia, diventando simbolo di privacy e bellezza. Molti affermano che i mariti persiani le usassero per controllare di nascosto le mogli ed è per questo che vengono chiamate anche gelosie…
Il termine è mutuato dal “francese “persienne” (relativo alla Persia), utilizzato per definire un tipo di imposta caratteristico atta a proteggere dalla luce e dal calore senza impedire la circolazione dell’aria.
In molte aree italiane e del mediterraneo, in particolare per l’influenza degli stili genovese, veneziano e toscano, la persiana fu introdotta in maniera sistematica a partire dagli ultimi anni del sec. XVIII e particolarmente nel sec. XIX, divenendo un elemento costante dell’urbanistica, anche negli edifici più umili. Nelle aree rurali hanno sostituito nel corso del XX secolo le stuoie rudimentali precedentemente utilizzate.
Le persiane sono costruite con vari tipi di materiali, e presentano differenti caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici e di isolamento termo acustico. Possono essere in legno, alluminio, PVC, acciaio decapato o acciaio zincato.
La persiana è formata da un telaio perimetrale e da un tamponamento formato da elementi laminari inclinate a 45° e distanziate di circa 30 mm.
La persiana può essere corredata con uno sportello apribile a bascula verso l’esterno, detto “persianina o gelosia”.
La moderna ferramenta a corredo della persiana è costituita per la chiusura da cremonese comandata con maniglia, oppure da astine verticali con terminale a gancio per il fissaggio a perni infissi nel davanzale e nel mezzanino della finestra.
In origine l’anta della persiana era mantenuta chiusa in basso con un gancio infisso nel telaio della finestra che si aggancia ad un anello avvitato nel traverso basso dell’anta della persiana; in alto, invece, era fissato all’anta della persiana un gancio a molla che si agganciava a un ferro a U fissato al telaio della finestra e aderente al cielino del mezzanino, e che veniva sganciato mediante tirante in filo di ferro sagomato a piccola maniglia ellittica all’estremità inferiore.
Per il mantenimento in posizione aperta invece vi sono dei “ferma-persiana” fissati all’esterno della facciata, normalmente in corrispondenza del bordo inferiore delle ante.
La “persiana alla genovese” (in dialetto: giöxîa o persiànn-a) è un infisso tradizionale, originario del capoluogo ligure. È formato da montanti, traversi e stecche parallele inclinate, caratterizzato da ante battenti, suddivise in due ulteriori sezioni nel senso verticale, l’inferiore delle quali è basculante dal basso verso l’alto, con una caratteristica antina, conosciuta anche come “gelosia”. Tale particolarità permette di mantenere gli ambienti arieggiati, limitando l’ingresso del sole diretto e la vista verso l’interno. Le stecche, più larghe delle tradizionali (circa 7 cm contro 4), hanno una caratteristica inclinazione a 45°, e sono distanziate fra loro di circa un centimetro.
Originariamente realizzate in legno e ferro, a partire dalla fine del XIX secolo sono iniziate le prime produzioni in acciaio e, più recentemente, in alluminio e PVC.
L’utilizzo di tali infissi, come elemento tipologico tradizionale, è dal 2017 stabilito dal “regolamento edilizio” di Genova, il quale prevede la regola secondo cui “le finestre degli edifici devono di norma essere munite di persiane “alla genovese”.
È ammessa deroga solo per gli “edifici di ambiente rurale” o di “nuova costruzione”, nei quali sono permessi infissi differenti “purché concepiti in armonia con l’architettura e i caratteri dell’edificio”.
Una chicca: a Genova nel 1798 nacque una curiosa tassa sulle finestre. Le case con meno di sei finestre non pagavano nulla, mentre quelle con più finestre sì. E i liguri? Per non pagare, iniziarono a murare e dipingere le finestre!
Ecco perché nei colorati edifici storici liguri si trovano tante finestre disegnate! E da allora, persiane e finestre vengono chiamate… imposte!
L’arte di dipingere le finestre sulle facciate sì è poi diffusa un po’ ovunque.
La persiana a “ventola” è un serramento esterno tipico della Toscana. È costituito da una o più ante in legno, materiale plastico o in alluminio preverniciato incernierate mediante due o piùcardini o gangheri murati per ogni anta alla facciata in corrispondenza dello spigolo esterno verticale della bucatura della finestra o della portafinestra. Ogni anta è formata da un telaio perimetrale della sezione di 6 × 4 cm (dove 4 cm è lo spessore), normalmente irrobustito con un traverso orizzontale collocato a 1⁄3 o a 1⁄2 dell’altezza a partire dalla piana davanzale.
Lo spazio interno del telaio è occupato da strisce di legno o di alluminio preverniciato dette stecche, arrotondate lungo i bordi ed incastrate lateralmente al telaio; le stecche sono montate inclinate con angolo di circa 60°, così che il bordo superiore è vicino al fronte interno dell’anta ed il bordo inferiore è vicino al fronte esterno dell’anta. I bordi delle stecche sono normalmente sovrapposti di 1 cm e la distanza tra una stecca e l’altra è pari a 1-1,5 cm per permettere il passaggio dell’aria e di un po’ di luce.
Le “jalousie windows” sono invece costituite da una superficie trasparente (di vetro o plastica) formata da una serie di stecche regolabili in modo da poter far entrare o meno l’aria. Di solito è presente un meccanismo che permette di poterle aprire o chiudere le stecche contemporaneamente. Si tratta in effetti di un’integrazione tra “finestra” e “persiana” Sono abbastanza diffuse negli USA meridionali (Florida e California). Si possono trovare anche su case mobili, benché la facilità con cui possono essere aperte ne limita l’utilizzo soprattutto dove è necessaria una maggior sicurezza.
La “feritoia” di ventilazione a persiana (in inglese louver) detta anche “finestratura” è una presa d’aria formata da stecche inclinate (alette o lamelle) come su una normale persiana. Questo tipi di griglia è comune in “nautica e sui treni” ma si può trovare anche su alcune costruzioni come aerazione per tetti e simili. Simili feritoie si trovano anche come uscite di sicurezza contro le fughe di gas e sono generalmente di forma rotonda. Sui “condizionatori d’aria” si trovano generalmente alette comandate a motore e azionabili tramite “telecomando” per direzionare il flusso d’aria fresca.
Persiane negli strumenti meteorologici, sono quelle che troviamo abitualmente sulle “capannine meteorologiche”: sono verniciate di bianco e hanno la funzione di schermo solare.
In ultimo troviamo le “finte persiane decorative” (spesso chiuse dietro) che si possono trovare anche su mobili e porte. Simili decorazioni le possiamo trovare anche su alcune case in Europa settentrionale e in America del Nord al posto delle persiane vere e proprie.
A cura di Pier Luigi Cignoli editorialista – Foto ImagoEconomica