In quel periodo in Gianni Erano maturò anche la passione per la musica, soprattutto per il violino e con alcuni amici formò un trio e cominciò a suonare nelle osterie e nei cortili della zona, ma la madre non lo incoraggiò.
Nel 1937 Rodari si diplomò come maestro presso Gavirate.
Nel 1938 fece il precettore a Sesto Calende, presso una famiglia di ebrei tedeschi fuggiti dalla Germania.
Nel 1939 si iscrisse alla facoltà di lingue dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, abbandonando però i corsi dopo pochi esami.
Insegnò in seguito a Brusimpiano, Ranco e Cardana.
Come egli stesso raccontò, la sua scuola non fu grandiosa a causa della sua giovane età; tuttavia, si rese conto che fu una scuola divertente dove i bambini utilizzavano la fantasia addirittura per aiutarlo a correggere le sue stesse opere: questa, insieme a molte altre, fu una delle caratteristiche basilari di Rodari, che lo faranno sempre riconoscere per la sua originalità.
Durante la 2da guerra mondiale, venne esonerato dal servizio militare a causa della salute cagionevole. Intanto, vinse il concorso per maestro e insegnò come supplente a Uboldo.
Nel dicembre del 1943 venne richiamato alle armi dalla Repubblica Sociale Italiana e assegnato all’Ospedale militare di Baggio.
Traumatizzato dalla perdita dei suoi due migliori amici (Nino Bianchi, morto nel naufragio della nave Calipso nel Mediterraneo all’inizio della guerra, e Amedeo Marvelli, deceduto durante la campagna di Russia) e dall’internamento del fratello presso un campo di concentramento nazista in Germania, prese contatti con la Resistenza lombarda, gettò l’uniforme ed entrò in clandestinità; si avvicinò quindi al PCI, al quale si iscrisse il 1º maggio 1944.
Dopo il 25 aprile 1945, iniziò la carriera giornalistica in Lombardia, dapprima con il giornaletto ciclostilato “Cinque punte”, poi dirigendo “L’ordine nuovo”, periodico della Federazione Comunista di Varese.
Nel frattempo, pubblicò alcune trascrizioni di leggende popolari e alcuni racconti anche con lo pseudonimo di Francesco Aricocchi.
Nel 1947 approdò a “l?unità di Milano”, su cui, due anni dopo, iniziò a curare la rubrica “La domenica dei piccoli”.
Nel 1950 lasciò Milano per Roma, dove fondò e diresse, con Dina Rinaldi, il giornale per ragazzi “Pioniere” (
Nel 1951, in piena guerra fredda, la pubblicazione del suo primo libro pedagogico “Il manuale del Pioniere” provocò aspre reazioni da parte della stampa cattolica, tanto che le parrocchie arrivavano a bruciare nei cortili il Pioniere e i suoi libri.
Il 25 aprile 1953 sposò la modenese Maria Teresa Ferretti, segretaria del Gruppo Parlamentare del Fronte Democratico Popolare, dalla quale avrà la figlia Paola nel 1957.
Il 13 dicembre 1953 fondò “Avanguardia”, giornale nazionale della FGCI. Chiusa l’esperienza nel 1956, tornò, chiamato da Pietro Ingrao, all’Unità, dal settembre del 1956 al dicembre del 1958.
Dal 1954, per una quindicina d’anni, collaborò anche a numerose altre pubblicazioni: scrisse articoli su quotidiani e periodici e curò libri e rubriche per ragazzi. Tuttavia, entrò nell’Albo dei Giornalisti solo nel 1957.
Dal 1º dicembre 1958 passò a Paese Sera come Inviato speciale e nello stesso periodo iniziò a collaborare con la RAI e la BBC, come autore del programma televisivo per l’infanzia “Giocagliò”.
Dal 1966 al 1969 Rodari non pubblicò libri, limitandosi ad un’intensa attività di collaborazioni per quanto riguarda il lavoro con i bambini. È questo un periodo molto duro per lui, soprattutto a causa delle non ottimali condizioni fisiche e della gran mole di lavoro.
Gianni Rodari collaborò tra il 1967 e il 1968 con articoli, poesie e filastrocche alla rivista “Pioniere Noi Donne”.
Nel 1968, stanco di Paese Sera, pensò di accettare l’offerta di Giulio Einaudi Editore, che con Editori Riuniti pubblicava allora i suoi libri, e di trasferirsi a Torino, ma aveva da poco traslocato nel quartiere Gianicolense, in attesa di andare a vivere in una nuova casa a Manziana, e, poiché la moglie lavorava e non volevano creare traumi di trasferimento nella figlia in età scolare, rimase a Roma. Dopo la morte di Ada Gobetti, assunse la direzione del “Giornale dei genitori ” incarico che tenne fino all’inizio del 1977.
Nel 1970 vinse il Premio Hans Christian Andersen, mai assegnato a nessun scrittore italiano!
Nel 1973 uscì il suo lavoro pedagogico più celebre: “Grammatica della fantasia”, saggio indirizzato a insegnanti, genitori e animatori, nonché frutto di anni di lavoro passati a relazionarsi con il campo della “fantastica”.
Con il celebre pseudonimo di Benelux, teneva su Paese Sera una rubrica-corsivo quotidiana molto seguita.
Si recò più volte in Unione Sovietica, dove i suoi libri erano diffusi in tutte le scuole delle repubbliche.
Intraprese viaggi anche in Cina e Bulgaria.
Nel 1976, insieme alla partigiana e giornalista Marisa Musu, fondò l’ Associazione di promozione Sociale denominata “
Fino all’inizio del 1980 continuò le collaborazioni giornalistiche e partecipò a molte conferenze e incontri nelle scuole italiane con insegnanti, genitori, alunni e gruppi teatrali per ragazzi.
Alcuni suoi testi pacifisti sono stati musicati da Sergio Endrigo e da altri cantautori italiani.
Il 10 aprile 1980 venne ricoverato in una clinica a Roma per potersi sottoporre ad un intervento chirurgico alla gamba sinistra, data l’occlusione di una vena; morì quattro giorni dopo, il 14 aprile, per shock cardiogeno, all’età di 59 anni.
Le sue spoglie furono sepolte nel Cimitero del Verano.
Gianni Rodari, scrittore e giornalista famoso per fantasia e originalità, attraverso racconti, filastrocche e poesie, divenute in molti casi classici per ragazzi, ha contribuito a rinnovare profondamente la Letterature per i ragazzi.
Tra le sue opere maggiori si ricordano Filastrocche in cielo e in terra, Il libro degli errori, Favole al telefono, IIl gioco dei quattro cantoni e C’era due volte il barone Lamberto.
Dal libro “La freccia azzurra” è stato tratto l’omonimo film di animazione nel 1966. Il successo raccolto dall’autore in Unione Sovietica ha portato anche in quel Paese alla realizzazione di “cartoni animati” ispirati dalle opere di Rodari, come Cipollino nel 1961, nel 1989 tradotto e diffuso in Italia per il mercato home video, o Rassejannyj Dzovanni del 1969, tratto da La passeggiata di un distratto.
I riconoscimenti assegnati a Gianni Rodari Rodari
1960 – Premio Prato – 1965 Premi Castello e Rubino – 1970 – Premio Hans Christian Andersen – 1980 Parco Rodari e la Biblioteca comunale del Municipio di Roma – 2010 ricordo del 30mo anniversario della sua morte!
Chiudo regalandovi la filastrocca del Natale, sempre bella e di grande attualità:
Filastrocca di Natale,
la neve è bianca come il sale,
la neve è fredda, la notte è nera
ma per i bambini è primavera:
soltanto per loro, ai piedi del letto
è fiorito un alberetto.
Che strani fiori, che frutti buoni
Oggi sull’albero dei doni:
bambole d’oro, treni di latta,
orsi del pelo come d’ovatta,
e in cima, proprio sul ramo più alto,
un cavalo che spicca il salto.
Quasi lo tocco… Ma no, ho sognato,
ed ecco, adesso, mi sono destato:
nella mia casa, accanto al mio letto
non è fiorito l’alberetto.
Ci sono soltanto i fiori del gelo
Sui vetri che mi nascondono il cielo.
L’albero dei poveri sui vetri è fiorito:
io lo cancello con un dito.
A cura di Pier Luigi Cignoli –