QUESTO NUMERO DI FORZA CESENA CHE SANCISCE IL 52° ANNO DI FONDAZIONE VIENE DEDICATO ALL’AMICO SCOMPARSO RECENTEMENTE WALTER NICOLETTI PER I SUOI TRASCORSI DA ALLENATORE BIANCONERO… La storia continua…

E’ morto in Romagna Walter Nicoletti. Se n’è andato in silenzio. Era da tempo malato.
Un prof. amico, che l’ultima volta, sorridente, ho incontrato al Manuzzi durante il match Cesena – Milan.
La sua faccia era pulita anche se un poco di color rosso. Gli occhi grandi per le lenti degli occhiali e non parevano costantemente assonnati. I suoi baffi non apparivano sfuggenti, anzi sempre ben curati sin dai tempi di quando decise di allenare i bianconeri scommettendo in primis su di lui.
La voce era come il solito urlo dalla panchina, ancora squillante e gli si rompeva in gola d’improvviso quasi a togliere il fiato necessario per continuare a vivere.
Insomma, non lo avevo visto sofferente, anzi pieno di rabbia, perchè non condivideva certe sostituzioni in campo da parte dei suoi colleghi, lui saggio pensionato del pallone. Era come dover riflettere sul nostro unico anno passato quasi insieme, sulla fine di quel Cesena-Pistoiese rimasta indigesta. E non c’è nulla al mondo per essere motivo di dispiacere a chi ora ci ha lasciato per sempre.
Walter Nicoletti è morto.
Se n’è andato in silenzio, lasciando il suo corpo al calcio e salendo con lo spirito verso il Paradiso. E’ una perdita che lascia dolore a molti, d’altronde oggi la vita umana è diventata quasi secolare. Avrebbe potuto vivere ancora, ma la sorte gli ha girato contro, come quando un attaccante a porta vuota non riesce a sfondare la rete, a fare un semplice goal.
Nulla di più imbarazzante, nulla di più vile è a volte il destino. Ora bisogna cercare di non piangere e di sollevarlo, di ricordarlo in quella panchina bianconera che ha amato come la sua famiglia.
E, allora dai, parliamone come di un amico della nostra terra baciata dal sole, che poco a poco ha inciso sul nostro abito calcistico; sì perchè il Walter ci teneva tanto alla divisa ufficiale del cavalluccio ed era un allenatore pieno di inventiva improvvisa.
Mi diceva che per lui le meraviglie del calcio sono gli scatti geniali e i dribbling perentori o le fughe solitarie verso l’area piccola per fare del portiere una vittima sacrificale…
E quando si parlava di tifoseria bianconera, non riusciva a trattenere la lacrima piena di compiacimento.
Walter ci ha lasciato la misura onesta del suo modo semplice di vivere, di allenare i giovani e sapeva benissimo che nel beato calcio di quei giorni, forse, troppo gracile e denutrito, occorrevano “spallucce” per fare una lunga carriera robusta.
Sono convinto che dal cielo troverà un nuovo schema per vincere!

Il Direttore editoriale Carlo Costantini – Foto Valerio Casadei archivio storico

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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