Non bisogna essere dei grandi esperti per sapere che il titolo piloti 2021 del Mondiale di Formula 1 sarà una “corsa” a due tra il detentore Lewis Hamilton e l’olandese Max Verstappen; questo ha detto la prima delle 23 gare in programma, a Sakhir in Bahrain, ed anche su come sarebbe finita c’era poco da girarci intorno, l’uno o l’altro, salvo incidenti, toccate, penalizzazioni, squalifiche, sempre possibili visti i cambi al regolamento.
Certo è, che anche in Formula 1 le cose funzionano come nel calcio, dove l’arbitro non sempre fischia allo stesso modo per tutti e tutto si può dire salvo che Lewis e Max siano stati trattati, nelle loro non poche “intemperanze” carrieristiche, allo stesso modo del resto della truppa; al di là di queste facezie è però evidente che siano al momento i migliori, aiuti o non aiuti.

Lo dice l’ordine d’arrivo e lo dicono con ancora maggior forza i distacchi inflitti a tutti gli altri, da Bottas, il “valletto” di Hamilton, finito sul gradino più basso del podio ad oltre trentasette secondi, fino all’ultimo dei classificati, il debuttante figlio d’arte, Mick Schumacher, sedicesimo ad un giro.
Anche in Bahrain non sono mancate le polemiche, proprio per le interpretazioni date al mettere le ruote fuori dall’asfalto di Hamilton e Verstappen, il quale è stato costretto a cedere la prima posizione al rivale dopo un sorpasso “sanzionato”, mentre Lewis ha più volte “debordato” dal tracciato ma, secondo i giudici, senza essere in lotta con alcuno e quindi non traendone alcun vantaggio (cosa che ovviamente può avere interpretazioni non sempre allineate).

Mercedes e Red Bull a giocarsi anche il titolo costruttori dunque? Anche in questo caso non è difficile rispondere, dato che la concorrenza (qualunque sia il motore) pare assai distante e seppure la stagione sia lunga non c’è all’orizzonte nessuno in grado di avvicinare le due rivali; semmai sarà interessante vedere chi, tra i due “secondi” piloti riuscirà ad essere più utile sia al proprio capitano che alla squadra, con il primo round appannaggio di Bottas (terzo, come già detto)e della Mercedes, visto il quinto posto di Sergio Perez.

Il resto è diviso in gruppi, con la McLaren che ha piazzato Norris al quarto posto e Ricciardo al settimo, confermando di essere, al momento, la terza forza, mentre la Ferrari è finita sesta (Leclerc) ed ottava (Sainz), meglio di Aston Martin (Stroll decimo ed il deludente Vettel quindicesimo) ed Alpine (Ocon tredicesimo ed il rientrante Alonso fuori).
Buona gara ha fatto l’Alpha Tauri del giovanissimo debuttante Yuki Tsunoda, il millenial giapponese è finito nono, confermando quanto di buono si dice sul suo conto, mentre il suo compagno, Pierre Gasly è uscito praticamente subito dai giochi.

Non male le due Alfa Romeo, con Raikkonen undicesimo e Giovinazzi subito dietro, così come il pilota della Williams, George Russell, cui non si può chiedere molto di più, ed il cui compagno di Team, Latifi, non è giunto al traguardo; sedicesimo come detto Schumacher junior, ultimo tra coloro che hanno tagliato il traguardo, mentre non ha finito la gara l’altro pilota della Haas, il russo Mazepin.

Nulla di clamoroso o di inaspettato dunque in Bahrain, salvo che ci si aspettava di più dal ritorno di Fernando Alonso e, soprattutto, da Sebastian Vettel, evidentemente ancora in “assetto” Ferrari, considerando che la debuttante Aston Martin non è che la Racing Point diversamente colorata e che l’ex quattro volte Campione del Mondo ne ha combinate di tutti i colori, tra prove e gara, ma come detto Seb ha ancora addosso i postumi delle ultime deludenti stagioni e non basta cambiare Scuderia e macchina per tornare a risplendere.

Prossimo appuntamento sul circuito di Imola, il 18 aprile, con il solito interrogativo: chi la spunterà tra Hamilton e Verstappen?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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