Ebbene si’! Con il voto a maggioranza “bulgara” dell’aula della Camera, il taglio dei parlamentari riceve il via libera.
I sì alla riforma costituzionale, fortemente voluta dal Movimento 5 stelle, sono stati 553, i no 14, e 2 astenuti.

Hanno votato a favore le forze di maggioranza (M5S, PD, Italia Viva, Leu) e le forze di opposizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia) anche se con alcuni distinguo personali al loro interno, più alcuni deputati del gruppo Misto.
Il numero dei deputati passa da 630 a 400, e quello dei senatori da 315 a 200, in aggiunta al taglio dei seggi (da 12 a 8), e dei senatori (da 6 a 4), eletti all’estero.

La ”riforma Fraccaro”, dal nome del sottosegretario pentastellato alla presidenza del Consiglio, cambia il rapporto numerico di rappresentanza sia alla Camera dei deputati sia al Senato, e questo comporterà la necessità di ridisegnare i collegi elettorali con un’altra legge.
Sul merito della riforma si è acceso un forte dibattito.
La riduzione di un terzo del numero dei parlamentari non è, mi verrebbe da dire, nè un bene nè un male in sè.
Molto dipenderà dal modo in cui una riforma costituzionale di questa importanza verra’ presentata al popolo.

Essa non risolverà il problema tra classe politica e “popolo”.
Anche perchè, senza l’introduzione di garanzie e contrappesi, a cominciare da un diverso sistema elettorale, un cambiamento in astratto lodevole come questo, potrebbe rivelarsi inutile alla fine, e perfino controproducente!
La stessa quasi unanimità, con la quale la legge è stata accompagnata al” si’”, ha qualcosa di anomalo e artificioso.
Da oggi, il vero problema, sarà dimostrare se ne e’ valsa la pena.

I promotori non potranno accontentarsi di modificare la costituzione, senza preoccuparsi di ricalibrarla.
La Carta fondamentale nasce prima di tutto per offrire garanzie alle minoranze, e per bilanciare, con grande saggezza, i poteri repubblicani, in modo da evitare prevaricazioni e squilibri.

C’è dunque da riflettere sulla paternità e sul senso della riforma.
Francamente, mi verrebbe da dire, che se essa nasce solo per blindare la legislatura, per evitare elezioni anticipate e garantire posizioni di rendita a chi oggi si sente forte, ma teme di non esserlo più in futuro, sarebbe un arretramento più che un progresso.
Comunque la si pensi, da oggi, il problema sarà di dimostrare se ne è valsa la pena!

A cura di Sandra Vezzani editorialista- Foto Caeli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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