Confermare la condanna a 3 anni e 9 mesi all’ex tesoriere della Lega Francesco Belsito, e a un anno e 10 mesi per Umberto Bossi nel processo sulla maxi-truffa ai danni dello Stato sui 49 milioni di rimborsi alla Lega. Lo ha chiesto il sostituto procuratore generale della Cassazione, Marco Dall’Olio. La conferma della sentenza della Corte d’Appello di Genova del 26 novembre 2018 comporta anche la conferma della confisca dei 49 milioni di euro di rimborsi elettorali utilizzati per fini illegittimi grazie alla falsificazione dei bilanci dal 2008 al 2010. “Condotte truffaldine”, “ben diverse dall’appropriazione indebita”. E’ quanto rilevato dal sostituto pg della Cassazione nella sua requisitoria. “L’impianto probatorio è privo di incertezze da non poter essere messo in discussione”, ha detto il pg chiedendo la conferma delle condanne di Bossi e Belsito.

Il magistrato ha chiesto al collegio della sesta sezione che vengano dichiarati “inammissibili” i ricorsi di Bossi e Belsito, che venga disposto un nuovo processo in appello per gli ex revisori dei conti della Lega Nord (anche se questo comporterà una prescrizione del reato) e per Belsito la declaratoria dall’interdizione dei pubblici uffici per cinque anni, perché non riportata nella sentenza di appello. È stata quindi bocciata la richiesta di ricusazione avanzata dall’ex tesoriere della Lega, Francesco Belsito – imputato nel processo sulla truffa ai danni dello Stato per i rimborsi elettorali – nei confronti dei giudici dell’intero collegio della Cassazione.

I giudici sono riuniti in camera di consiglio e la sentenza è quindi prevista in serata.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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