foiba
Il 27 gennaio è ricorso il 70′ anniversario della Shoah in cui milioni di ebrei sono morti, per mano dei nazisti, nei campi di concentramento di Auschwitz. Ma se pensate che l’ orrore della guerra abbia preso di mira solo un popolo e che i carnefici appartenessero ad un solo colore politico vi sbagliate di grosso, perché il 10 febbraio, si ricordano le vittime delle Foibe. In queste enormi cavità carsiche chiamate appunto ‘Foibe’, sono stati gettati i corpi massacrati e legati con fil di ferro (molti dei quali ancora vivi) di migliaia persone tra cui uomini, donne, anziani e, addirittura, bambini nelle zone dell’Istria, Dalmazia e Venezia Giulia, tra il 1943 e 1945, uccisi dai partigiani comunisti solo perché erano italiani. Anche se, molto probabilmente, i motivi che hanno spinto gli uomini del dittatore jugoslavo Tito, erano quelli di vendicarsi dei fascisti, facendo passare questa pulizia etnica e politica, come azione di guerra. L’ odio genera la guerra e la guerra genera altro odio. Questa escalation di orrore, ha costretto altri italiani a lasciare le proprie case per sfuggire a questo tremendo massacro. Altrettanti, invece, sono finiti nei campi profughi, rimanendoci per anni. In questa catastrofe di proporzioni bibliche, sono riusciti a salvarsi solo gli italiani di fede comunista. Ma in quanti conoscono approfonditamente la storia di queste popolazioni e quello che hanno dovuto subire in quegli anni? Quanti italiani sono a conoscenza di questa inutile carneficina avvenuta sul suolo italico? Purtroppo in pochi e così per svegliare le menti più addormentate e disinteressate, il governo italiano si è attivato e, nel 2004, l’ ormai ex presidente della repubblica, ex comunista e partigiano, Giorgio Napolitano, ha firmato una legge, in cui il Parlamento istituiva una giornata simbolica e commemorativa per le vittime delle Foibe. Il 10 febbraio del 1947, infatti, è entrato in vigore il trattato di pace con cui le province di Pola, Fiume, parte di Gorizia e Trieste sono passate alla Jugoslavia. Come sappiamo tutti, in Italia, la memoria storica viene, troppo spesso, messa in secondo piano e le nuove generazioni non conoscono affatto quello che i nostri nonni o bisnonni hanno vissuto ai tempi della seconda guerra mondiale. Molti potrebbero dire che sono passati anni da quelle brutalità e che la vita va avanti, nonostante tutto. Io mi sento di dire, invece, che non bisogna mai dimenticare da dove veniamo e quello che abbiamo passato. La memoria storica deve essere alla base della nostra vita quotidiana. Tutti giorni dobbiamo ricordare questi fatti e tutti i giorni dobbiamo indignarci per quello che è accaduto. Ricordare avvenimenti dolorosi come la Shoah e il massacro delle Foibe, scatenati da due fedi politiche opposte, ci fa capire come il male non abbia colore e possa essere generato da tutti, indistintamente. Non possiamo essere indifferenti a milioni di morti, non possiamo fare finta di niente e pensare che è stato un periodo oscuro e non succederà mai più. Solo l’ uomo, in natura, uccide il suo simile, nessun animale uccide il proprio simile per il gusto di farlo. Noi abbiamo la straordinaria capacità di pensare, ma quando ci viene chiesta di usarla, non sappiamo da dove iniziare e così falliamo miseramente. Sappiamo solo distruggere e nulla più e questo alla fine porterà alla nostra, inevitabile, autodistruzione. Se non riusciremo a metterci tutti sulla stessa lunghezza d’ onda, questa sarà la fine a cui andremo incontro.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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