Avuta la possibilità di giocarsi l’ingresso in Europa dopo la squalifica di un Milan colpevole di irregolarità amministrative nel triennio 2014/17, il Torino ha fallito lo spareggio contro gli inglesi del Wolverhampton, perdendo sia in casa che in Inghilterra. 

Così è iniziata la stagione dei granata di Mazzarri, reduci da una stagione in crescendo ed in crescita come gruppo e singolarmente. 

Cosa abbia impedito a Belotti e soci di migliorare il settimo posto finale, non dipende esclusivamente da demeriti propri, ma parlare di decisioni perlomeno opinabili da parte degli arbitri è argomento che molti addetti ai lavori hanno ampiamente sottolineato, per cui mi pare inutile tornarci sopra.

Così come mi pare inutile cercare i motivi dell’uscita prematura dall’Europa, tanto ognuno rimarrà con le proprie convinzioni, giuste o meno che siano.

Comunque, Europa o no, il Torino, attraverso il proprio presidente, ha mantenuto le promesse relative alla conferma di tutti i principali artefici della bella stagione precedente, rimandando al mittente allettanti offerte, anche di qualche decina di milioni, per una buona fetta di calciatori granata, il che permette di mantenere la vecchia intelaiatura e di risparmiare molto tempo nel dover costruire gruppo e gioco.

Tolto il difensore Moretti, che ha appeso gli scarpini al chiodo, nessuno dei possibili titolari è stato ceduto, facendo invece rientrare quegli elementi che si erano distinti con la maglia di altre formazioni, oltre ad effettuare tre nuovi innesti: l’ex Verdi, inseguito per tutta l’estate ed arrivato negli ultimissimi minuti possibili (ma per comperare occorre ricordare che qualcun altro deve avere la voglia di vendere), oltre a due stranieri di lungo corso nel nostro calcio, come il portiere cosovaro Ujkani ed il cileno Laxalt, reduce da una stagione incolore al Milan, ma con un buon passato al Genoa.

Sarà sufficiente questo per dare nuovamente l’assalto alle posizioni che regalano l’Europa? Intanto le prime due giornate hanno regalato altrettante vittorie, la prima contro il sottovalutato Sassuolo, bravo ad approfittare del calo granata dopo che per quasi settanta minuti non c’era praticamente stata partita, la seconda contro un’Atalanta che si appresta ad esordire in Champions e, sulla carta, dovrebbe essere superiore al Toro.

Il tutto subito dopo la mazzata di Coppa, che avrebbe tagliato le gambe ad una formazione caratterialmente fragile, e con uno Nkoulou in meno, visto che il forte difensore, dopo le gravi incertezze casalinghe contro il Wolverhampton, si era chiamato fuori dai giochi, perché voleva essere ceduto.

Come per le altre protagoniste del nostro massimo campionato, anche per il Torino sarà il campo l’unico giudice, sperando che certi errori arbitrali restino ricordi del passato, e con la certezza che ai granata non mancano carattere e caparbietà, cosi come non mancano elementi di assoluto valore, partendo da un Sirigu di gran lunga il miglior portiere italiano di questo momento, anche se in Nazionale gioca qualcun altro, cosa di cui c’è poco da stupirsi in un calcio dove la maglia indossata conta molto di più del rendimento offerto.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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