Salvatosi nell’ultima stagione per il rotto della cuffia, il discorso vale quello fatto al riguardo per la Fiorentina, il Genoa ha provveduto in sede di mercato alla solita (semestrale) rivoluzione, tanto vuoi mica che Preziosi cambi le proprie abitudini? Che le cose vadano in qualsiasi modo, per il patron genoano, è d’obbligo fare le pulizie e cambiare tutto ciò che è possibile, sperando anche di mettere qualche soldino in cassa, che non guasta mai.

A dire il vero, questa volta la rivoluzione era pressoché necessaria, perché dopo la deludente ultima annata cos’altro si poteva fare se non cambiare tutto il possibile (e anche di più)? Certo, bisognerebbe anche perdere il vizio di fare sconquassi a gennaio, perché incassare 35 milioni più bonus per Piatek, è operazione che nessuno avrebbe certo rifiutato, ma andava anche sostituito con qualcuno meglio di Sanabria; che poi sia il bomber ceco che il suo sostituto abbiano smesso presto di segnare sono i fatti a dirlo, ma gli stessi fatti dicono anche di un Genoa che nelle ultime quattordici giornate ha battuto unicamente la Juve in casa e raccolto la bellezza di 7 pareggi e 6 sconfitte (5 e 5 dopo la Juve)!

Tutto questo solo per la cessione di Piatek a gennaio? Ovviamente no, perché il “peccato originale” è un altro dei vizi di Preziosi, ovvero un giro di allenatori che spesso ha dell’incredibile; iniziata la stagione con Ballardini (autore di 12 punti in sette partite), l’8 ottobre, Preziosi ha richiamato il deludentissimo Juric, al capezzale di una squadra in salute, a sua volta sostituito da Prandelli dopo solo due mesi, con tre punti in sei giornate e l’eliminazione (in casa) dalla Coppa Italia, ai rigori contro la Virtus Entella.

Prandelli non ha fatto meglio di chi l’ha preceduto, con i risultati di cui si è già detto e quindi occorreva intanto fare chiarezza per la panchina, con la scelta caduta su Aurelio Andreazzoli, uno che ha dimostrato di saperci fare, nonostante sia rimasto per troppo tempo in seconda linea, come spesso accade a tecnici bravi ma senza appeal “da stampa”, però capace di far giocare a calcio le proprie formazioni, al di là di chi ne compone la rosa. 

Anche il mercato, finalmente, è stato condotto con il giusto raziocinio, al di là dei tanti prestiti arrivati, che però sono la moda odierna, ovvero si acquista magari con l’obbligo di riscatto dopo una o anche due stagioni (che sembra lo spostare l’aumento dell’IVA ….); diciamo comunque che è arrivata gente esperta come Zapata, Saponara e quello Schone, centrocampista che a 33 anni ha deciso di lasciare l’Ajax per una nuova esperienza; insieme a loro l’ex granata Barreca, in cerca di rilancio, ed un attaccante promettente e bravo come l’ex interista Pinamonti, costato 18 milioni (è in prestito con obbligo di riscatto), ma su cui valeva certo la pena di scommettere.

E l’inizio di stagione? Troppo facile il 4-1 di Coppa Italia nei confronti dell’Imolese, da scalpore il 3-3 in casa della Roma, raggiunta per ben tre volte con una caparbietà ed un gioco che al Genoa non si vedevano da tempo, per finire con il 2-1 casalingo alla Fiorentina, confermando e migliorando la prestazione di Roma e lasciando praticamente nulla ai viola.

Una rondine non farà primavera, però il Genoa sembra aver intrapreso la giusta strada; vero che fare meglio della passata stagione non pare impossibile, però iniziare bene (come avrebbe detto il professor Pazzaglia) è sempre meglio che avere zero punti in due partite! Che poi molto, se non tutto, sia legato a come Preziosi si alza al mattino …. beh, quello non possiamo cambiarlo noi e non ce l’hanno fatta, sino ad ora, neppure le continue contestazioni della tifoseria genoana, che effettivamente qualcosa di meglio lo meriterebbe eccome!

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lecci

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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