Il mercato dei bipedi pallonari finalmente è finito, o meglio, si è chiusa la porta estiva (salvo che per gli svincolati) e si è aperta la finestra invernale, tanto mica possiamo permetterci di aver da scrivere solo di campionato e nazionale ….

Sono finite, o rimandate come l’aumento dell’IVA, una serie di telenovelas che, parlo per me, hanno totalmente rotto i maroni per tutta l’estate, quando non la primavera, con Maurito che se n’è andato a Parigi portando sui Campi Elisi la “sua” padrona e pupi al seguito, tanto tatuaggi e décolleté vanno di moda nella Ville Lumière ben più che nella (ex) Milano da bere, ammesso e non concesso che tra dodici mesi (o anche meno, c’è da giurarci) non ricominci la pantomima e sperando che la scadenza di Cavani porti alla permanenza definitiva di questo pseudo campione da chiacchiera più che di campo.

Anche la Verdi-estate si è conclusa con l’approdo al Toro e quella ciliegina sulla torta promessa dal Presidente granata Cairo è finalmente andata al posto che avrebbe potuto/dovuto occupare uno o due mesi fa, con buona pace (ma sarà così?) di chi accusa Urbano di avere il braccino corto, anche se tra i tifosi granata c’è chi si farebbe andare male pure Messi …. 

Finita anche la lunga estate del buon Paratici e di una Juve dove quelli che dovevano essere esuberi da far fuori in men che non si dica si stanno rivelando (per ora) elementi imprescindibili non solo nella rosa bianconera ma della formazione mandata in campo e, sin qui, splendente solo a tratti; il bello arriverà da adesso in poi, anche perché la rosa Champions potrà essere formata solo da ventidue elementi (i giovani del vivaio, in casa Juve, servono solo per scrivere delle belle e fasulle plusvalenze), con esclusioni complicate e piuttosto care, dato che nessuno degli elementi da “scaricare” sull’altare del bilancio ha accettato le destinazioni proposte.

Per carità, i nomi juventini sono di primissimo piano, però l’operazione bilancio è fallita (ed a leggere l’ultimo pubblicato, di denaro ne sarebbe servito tanto; ma chi se ne frega, in quanti lo sanno leggere ed in quanti ne faranno cenno?) e gli scontenti quanto incideranno sui rapporti nello spogliatoio bianconero? Inoltre bisognerà che Sarri sconfessi un altro dei suoi capisaldi, ovvero quello di utilizzare un numero ristretto di calciatori, ma visto che ha digerito ben altro, siamo sicuri che farà buon viso a cattivo gioco anche su questo, d’altra parte lo pagano così tanto anche per tale motivo e poi la farmacia bianconera è scuramente fornita di una buona scorta di alka-seltzer.

Icardi a parte, l’Inter ha messo a disposizione di Conte i calciatori che questi voleva, spedendo in prestito anche i non-graditi Peresic e Nainggolan, così che le grane arrivino possibilmente dalle avversarie più che da casa propria, mentre in casa Milan l’arrivo finale di Rebic serve forse più alla scena che alla sostanza, perché i punti deboli sono rimasti, così come l’incompletezza di una rosa che qualcuno dice fatta in prospettiva, ma che può davvero rappresentare un Milan dove, negli ultimi anni, si è vagato nella nebbia della Bovisa e dei Navigli più che sulle rotte europee?

Nella Capitale, Roma e Lazio hanno “giocato” al mercato su due linee completamente diverse e sarà da vedere quale delle due sarà più efficiente; di sicuro la Lazio ha un assetto che ormai viaggia a memoria, mentre i giallorossi devono sperare che dallo shaker messo in mano a Fonseca venga fuori un buon mix invece di una copia dell’A.M.A. o di quelle stazioni della metro dove bastano due gocce di pioggia per allagare tutto.

A Bergamo hanno lavorato come al solito per dare peso e struttura alla rosa di Gasperini; quest’anno c’è la Champions da onorare ed arrivi e partenze sono avvenuti in base alle esigenze dell’allenatore e del bilancio, con i risultati che confermano quanto sia importante la conoscenza di chi pensi serva e non le figurine da regalare ai tifosi, giusto per comperare qualcuno.

Il resto? Sampdoria e Fiorentina, ovvero due delle peggiori in questo inizio, dovranno tirarsi su le maniche e chissà se saranno sufficienti Rigoni e Ghezzal a cambiare un andazzo non proprio semplice, mentre le altre hanno, chi più chi meno, provato a intraprendere un percorso che possa garantire qualche buon risultato ed una salvezza che, giocoforza, per tre sarà una pura e semplice chimera.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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