Film da quarantena: La terrazza di Ettore Scola

I cinema sono chiusi ma le sale digitali sono aperte e ben rifornite, per offrire un intrattenimento costante e accessibile durante questa quarantena. Il cinema non smette di farci compagnia e se è deleterio mettersi davanti a pellicole che mostrano sconfinati paesaggi naturali e la libertà ormai persa, forse è il caso di scegliere un intrattenimento che rispecchi lo stato attuale delle cose, le mura casalinghe, gli spazi contenuti nei quali stiamo vivendo adesso.

Non è il caso di infliggerci film che ci ricordano quanto era bello viaggiare e muoverci tra la folla senza aver paura, quindi parliamo di film con un’unica location, come Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese o L’Appartamento di Billy Wilder, spazi chiusi che racchiudono mondi, avventure e vicende straordinarie ma anche profondamente ordinarie. Sui balconi abbiamo cantato l’inno nazionale, gridato slogan motivazionali e sorriso ai nostri vicini che mai ci sono sembrati così distanti eppure amici, siamo saliti in terrazza per curare le piante e rubare qualche raggio di sole, Scola invece ci ha ambientato un film intero.

La terrazza di Ettore Scola è un pilastro della storia del cinema italiano, anche se spesso – e a torto – è stato ritenuto un film minore del regista d’adozione romana, noto per per aver diretto film come C’eravamo tanto amati (1974), Brutti, sporchi e cattivi (1976) e Una giornata particolare (1977).

La terrazza è un film del 1980, un affresco umano e sornione della classe intellettuale e radical-chic romana. La terrazza è il punto d’incontro e raccolta di un gruppo di vecchi amici e colleghi che parlano, si raccontano e discutono, cristallizzati nei personaggi che rappresentano: la moglie scostante, il giornalista vecchio stampo, lo sceneggiatore amareggiato, il funzionario Rai depresso, il produttore cinematografico e il deputato fedifrago.

Il cast è composto da attori di primo ordine perfettamente calati nella parte, da Marcello Mastroianni a Ugo Tognazzi, da Carla Gravina a Stefania Sandrelli, gli ottimi interpreti mettono in mostra le fragilità umane e i punti ciechi delle relazioni imperfette che finiscono per intrecciarsi fra loro.

La struttura narrativa si compone di cinque episodi raccontati da altrettanti punti di vista, in uno schema sperimentale ed efficace. Al termine dei cinque racconti il film trova la sua chiusa in un ultimo incontro, sempre sulla stessa terrazza, ma un anno dopo.

Non mancano momenti d’ironia dolce-amara per gli spettatori che potranno rivedersi nei personaggi creati da Scola, in un modo che forse non era possibile prima della quarantena. Oggi più che mai le parole di Mario quando afferma “Coraggio, il meglio è passato” o quelle di Luigi quando candidamente dichiara “Ho lasciato la famiglia perché non sopportavo la solitudine” risuonano e riverberano nel reale, sono stati d’animo palpabili anche ora che siamo chiusi nelle case, nelle nostre vite, ora che l’unica forma di evasione – o riflessione catartica – è il cinema.

Il film è disponibile sulle piattaforme digitagli di Chili e Rakuten Tv.

A cura di Stefania Covella – Foto fonte Eco del Cinema

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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