Il capolavoro è arrivato: gli occhi di tutti gli appassionati di ciclismo, che sia su strada o su pista, sono rimasti incollati sul cronometro del velodromo svizzero di Grenchen dove alle 21 di sabato 8 ottobre Filippo Ganna ha compiuto l’impresa. Ha polverizzato il precedente record dell’ora di 55,548 km stabilito da Dan Bigham il 19 agosto scorso ma non solo, con i suoi 56,792 chilometri ha stabilito la “miglior prestazione umana sui sessanta minuti”, superando i 56,375 chilometri che Chris Boardman percorse a Manchester nel 1996 per quello che in un primo momento fu considerato record e poi, ”soltanto” miglior prestazione umana sull’ora poiché ottenuto con una bicicletta non omologata dall’Uci. Da oggi non occorrerà più alcuna specifica e distinzione: quello di Filippo Ganna è il record dei record, l’unico e solo record dell’ora.

L’esaltante prestazione contro il tempo si è svolta secondo quanto progettato dal recordman: prima metà gara in negative-split, ossia passaggio più lento della seconda mezz’ora, poi giro dopo giro Ganna ha cominciato ad accumulare un vantaggio sempre più consistente rispetto ai passaggi intermedi del precedente record. A dieci minuti dal termine della prova aveva accumulato oltre un minuto di vantaggio, a quel punto tutto il pubblico che dagli spalti incitava l’atleta italiano ha cominciato a sognare: superare anche la miglior prestazione di tutti i tempi. Negli ultimi otto giri della pista Filippo, invece di accusare la fatica per lo sforzo compiuto fino a quel momento, trovava la forza di aumentare l’andatura ed è stato chiaro a tutti che il capolavoro si stava realizzando.

Il tentativo del ciclista piemontese è stato l’occasione per riportare in Italia un primato che mancava dal 1984, quando Francesco Moser a Città del Messico il 9 gennaio percorse 50,808 km e appena quattro giorni dopo ben 51,151 km nei sessanta minuti.

L’attuale data, inizialmente prevista per la seconda metà di agosto lasciava qualche perplessità per la concomitanza con il Giro di Lombardia e sollevato dubbi a causa di una stagione agonistica del 26enne campione di Verbania non sempre esaltante, considerato il deludente settimo posto raggiunto nella crono ai Mondiali di Wollongong.

Apparentemente poco interessante, guardare un ciclista inanellare giri su giri quasi fosse un criceto impazzito, la prova dell’ora invece racchiude i grandi temi che da sempre hanno appassionato l’essere umano: la sfida contro il tempo che inesorabilmente scorre e tutto trasforma,  la sfida contro se stesso, i propri limiti, la fatica e il sudore, sforzo di muscoli e cuore ma anche cervello, per cercare di cogliere la migliore linea aerodinamica possibile.

A cura di Televideo – Foto Lapresse

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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