Eroe per alcuni, dittatore per altri, Fidel Castro è stato l’anima della politica cubana per oltre metà della sua vita: nato nel 1926 e morto nel 2016 all’età di 90 anni, ha trascorso infatti ben 49 anni lavorando per il suo popolo ossia dal 1959 al 2008 quando, per motivi di salute, si vide costretto a delegare ogni potere al fratello Raul.

Leader della Rivoluzione Cubana, dopo pochi mesi dalla sua ascesa al potere sorprende non solo il suo popolo, ma il mondo intero, ribaltando la dittatura del Generale Batista. È il Capodanno del 1959.
Figlio di un ricco proprietario terriero, Fidel Castro trasforma velocemente l’isola in potenza del Terzo Mondo: insieme all’amico argentino Ernesto Guevara fonda il primo Stato Comunista dell’Emisfero Occidentale. Presto però il nuovo regime cubano inizia a preoccupare i vicini Stati Uniti e poco dopo, nel 1961, un migliaio di esuli cubani, reclutati e addestrati dalla CIA, tentano lo sbarco alla conquista della parte sud ovest di Cuba per contrastare e vincere Castro; ma l’iniziativa fallisce e Castro diventa Lider Maximo.

Durante la Guerra Fredda il regime castrista entra nella sfera d’influenza dell’Unione Sovietica: il leader Krushchev si accorda con Castro per posizionare nell’isola dei missili di media portata, puntandoli direttamente verso gli Stati Uniti. Gli americani riescono però a documentare l’installazione e l’allora Presidente in carica John Fitzgerald Kennedy dispone il blocco navale dell’isola per impedire l’attracco di navi, e quindi la consegna di materiale bellico e armi sovietiche in genere. La crisi, che durò 13 giorni, venne risolta col ritiro dei missili. Nel frattempo i rapporti di Castro coi Leader Sovietici si consolida, tant’è che Cuba diventa l’occhio sovietico nell’Occidente. Grazie al sostegno finanziario dell’Unione Sovietica Cuba riesce a costruire una potente armata, seconda solo a quella degli Stati Uniti, che Castro invierà in difesa dei regimi comunisti di Etiopia, Namibia e Angola.

Dopo anni di difficoltà economiche, Cuba grazie all’alleanza sovietica rinasce finalmente anche economicamente; ma con l’arrivo del Presidente Gorbaciov che cambia le strategie e gli accordi, presto la situazione cambia radicalmente e i cubani, sempre guidati da Castro che continua a mantenere il modello comunista, cade in una profonda crisi economica che porterà, nel 1994, oltre 30.000 cubani a tentare la fortuna altrove, imbarcandosi in mare e sbarcando in Florida.

Nel 1998 Papa Giovanni Paolo II, in visita a Cuba, condanna l’embargo imposto 35 anni prima dagli Stati Uniti e chiede a Castro di liberare i prigionieri politici e di restituire la libertà ai cubani. Dopo una lunga degenza in ospedale nel 2006, Castro mantiene comunque il potere fino al 2008, anno in cui l’Assemblea Nazionale Cubana elegge a suo successore il fratello Raul. Lascia il suo incarico con fierezza e orgoglio per sé e per il suo popolo, che sintetizzano queste sue parole: “Non credevo che la mia vita potesse essere così lunga e che il nemico sarebbe stato così folle nella sua odiosa corsa per eliminare avversari determinati in questa lotta impari, il nostro popolo ha dimostrato la sua stupefacente capacità di resistere e di prevalere”.

Un uomo, Fidel Castro, che ha letteralmente “fatto la storia”. Alla notizia della sua morte anche i cubani più giovani si sono dimostrati profondamente dispiaciuti: la sua tempra e la sua determinazione gli avevano conferito, nell’immaginario collettivo, un’aria quasi imperitura. E forse, sotto alcuni aspetti, così è: perché per ognuno di noi, cubano o non, così come l’Italia è associata agli spaghetti, Parigi alla Tour Eiffel e l’Inghilterra alla Regina Elisabetta, Cuba sarà per sempre associata a Fidel Castro.

A cua di Sara Patron – Foto Famiglia Cristiana

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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