La cattiva notizia è arrivata inesorabilmente producendo un brivido di freddo a metà di maggio. All’età di solo 48 anni è deceduto Ezio Bosso. Direttore di orchestra, compositore e pianista, morto a causa di una malattia neurodegenerativa e, da anni, si era aggrappato alla vita con le unghie e con i denti pur di tornare a suonare e di emozionare i suoi fans.

Ma purtroppo si è dovuto arrendere. Ezio Bosso era un talento innato, era diventato uno degli esponenti più rappresentativi del panorama musicale italiano. Amato da molti per la sua estrema sensibilità, ha affrontato sempre con il sorriso sulle labbra la malattia ma, non è riuscito a vincere la sua durissima lotta. La musica piange un’artista completo, capace di far emozionare con noti calde e suadenti. Ezio Bosso infatti è stato da sempre identificato come il musicista che ha incantato l’Italia e non solo.

Nato a Torino il 13 settembre del 1971, ha sempre affermato di essere diventato un pianista per caso. Nel 2016 ha trovato la sua popolarità quando è stato invitato da Carlo Conti come ospite d’onore al Festival di Sanremo. Conquista tutti sul palcoscenico dell’Ariston quando ha eseguito “Following Bird”, hit che è stata inserita poi nel suo album “The 12th Room”. L’album era stato pubblicato qualche mese prima senza suscitare clamore, ma grazie alla sua comparsata al Festival, per Bosso comincia la scalata verso il successo. La malattia gli è stata diagnosticata nel 2011, dopo un intervento di cancro al cervello. Da principio la patologia era stata identificata come SLA, ma solo successivamente i medici hanno confermato che si trattativa di una patologia ben peggiore.

A cura di Silvia Camerini – Foto Ansa

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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