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Sarà forse colpa della crisi economica o dello stile di vita ma, ad ogni modo, è un dato di fatto che il trend delle coppie italiane, negli ultimi anni, sia quello di avere un solo figlio.

Dal punto di vista del bambino, essere figlio unico ha innumerevoli pro e contro: è fondamentale ricordare, ad esempio, che sono i rapporti con persone alla “pari”, come i fratelli, a dare l’opportunità di confrontarsi, di competere, di mettersi in gioco e di sviluppare tutte quelle abilità che serviranno nell’età adulta. Un bimbo con fratelli o sorelle sarà abituato a condividere i propri giochi, a mediare i conflitti, a trovare soluzioni che tengano in considerazione anche il punto di vista dell’altro; chi è figlio unico dovrà imparare tutto questo quando sarà più grande, fuori dal contesto familiare.

Un bambino che cresce solo ha, inevitabilmente, tutte le attenzioni dei familiari per sé: non solo quelle dei genitori, ma anche quelle dei nonni che, si sa, viziano spesso i nipotini. Questo meccanismo porta frequentemente il bambino a far di tutto per essere all’altezza delle aspettative, dando il meglio di sé in tutto ciò che fa.

Il grande carico di attenzioni porta come conseguenza che il bimbo cresca viziato, inoltre, non essendoci fratelli o sorelle, il sentimento della gelosia non viene sperimentato: ciò non è sempre positivo perché prima o poi, la vita fuori dalla cerchia familiare, porterà a dover affrontare le frustrazioni senza mamma e papà.

Infine, in caso di separazione dei genitori, il bimbo senza fratelli potrebbe essere più vulnerabile, in quanto non ha accanto qualcuno che sta vivendo la sua stessa esperienza: sembra anche che i bambini con fratelli o sorelle superino con maggior facilità le difficoltà, il proprio egocentrismo, e riescano più facilmente a fare amicizia. Infatti la solitudine è certamente uno degli aspetti peggiori dell’essere figlio unico.

Anche i genitori devono prestare attenzione a non sviluppare un attaccamento eccessivo nei confronti del figlio, in quanto il bambino è una persona con la propria personalità e i propri bisogni, non un’appendice genitoriale. Dovrebbero inoltre incoraggiarlo nei rapporti con i coetanei così da dargli modo di aprirsi al mondo. In questo modo si abbassa la probabilità di crescere un bambino egocentrico e geloso.

A cura di Silvia Pari

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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