Al termine dell’incontro che ha avuto luogo a Milano, presso lo studio Marchetti, si è appreso che Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga venuto a mancare venerdì scorso, ha lasciato alla moglie Giuliana Albera e alla figlia Marina il controllo della nota catena di supermercati italiani.
Caprotti ha infatti destinato alle due donne la quota del 25% di cui disponeva liberamente in quanto fondatore, garantendo così a moglie e figlia il controllo del 66,7% dell’intera società.
Seguendo le norme del diritto ereditario, un’altra quota pari al 25% viene automaticamente lasciata in eredità alla vedova, con il restante 50% suddiviso tra i figli in modo equo: a Giuseppe e Violetta, i figli nati dalla prima unione, e a Marina sono andati dunque il 16,7% ciascuno. Calcolando la quota andata alla madre, la quota lasciata liberamente in eredità da Bernardo Caprotti, e il 16,7% di legittima, Giuliana e Marina entrano così in possesso del 66,7% della holding che controlla il gruppo, pari dunque a oltre i 2/3 della società.
“Faremo di tutto per salvaguardare il gruppo” ha commentato Giuseppe Caprotti dopo la lettura da parte del notaio del testamento; successivamente, si è allontanato senza dare alcuna risposta ai giornalisti che gli avevano domandato cosa pensasse della divisione ereditaria.