Prima di parlare e di raccontare la vita artistica del musicista genovese Enzo Pietropaoli, voglio parlarvi del contrabbasso.
Uno strumento essenziale in qualsiasi contesto sia in orchestra, sia in piccoli gruppi, come i trii, quartetti, quintetto ecc.
Il contrabbasso è uno strumento musicale della famiglia dei cordofoni ad arco, o semplicemente basso; è nato nel XVI secolo in Europa; il suono viene prodotto tramite l’attrito sulle corde del crine di cavallo montato su una bacchetta di legno, detta archetto, mentre nel jazz viene suonato quasi esclusivamente pizzicando le corde con le dita della mano.

Ha il suono più grave di tutti gli strumenti ad arco (se si esclude il rarissimo ottobasso, chiamato anche col nome octobasse, una sorta di enorme contrabbasso a tre corde, alto 3,83 m, inventato e realizzato dal liutaio francese Jean – Baptiste Vuillaume nel XIX secolo in collaborazione con Hector Berlioz: le quattro corde producono rispettivamente dalla più acuta alla più grave delle note Sol – Re – La – Mi, in accordatura da orchestra. Per indicare con più precisione la reale altezza di una nota viene utilizzata una nomenclatura che affianca il nome della nota un numero. Questa numerazione inizia dalla nota più bassa del pentagramma (La_1) fino alla nota più alta (Do7).

Esistono anche altre accordatura quali quella italiana da concerto (consistente nell’alzare l’intonazione delle corde di un tono) e quella viennese (La1, Fa#1, Re1, La0).
In orchestra il contrabbasso ha raramente una funzione solistica per via del suo suono estremamente basso. Ha però una funzione indispensabile nell’unire i suoni e dare sostegno agli strumenti acuti ed è lo strumento che, di solito, tiene il basso armonico della melodia dell’orchestra. Il contrabbasso è l’unico strumento ad arco che si può trovare in organico e in partitura nelle band da concerto, wind band ed orchestre a fiati ed organico sinfonico.

Uno dei massimi esponenti del contrabbasso moderno e stato il musicista di estrazione jazzistica, Charles Mingus.

In questo mio nuovo articolo vorrei parlarvi di uno dei tanti musicisti italiani che professionalmente lavorano con tenacia e bravura.
Questo artista musicale si chiama Enzo Pietropaoli genovese di nascita, nasce il 29 settembre del 1955.
Dal 1961 vive a Roma dove svolge la sua professione debuttando professionalmente con il “Trio di Roma“, il trio formato nel 1975, dal pianista Danilo Rea è dal batterista Roberto Gatto.

La sua vita artistica è molto prolifica ha suonato e inciso al fianco di molti grandi musicisti del panorama jazzistico Internazionale: da Franco Ambrosetti, Chet Baker, Flavio Boltro, Laster Bowie, Art, Farmer, Paolo Fresu, Enrico Rava, Nunzio Rotondo, Oscar Valdambrini, Fabrizio Bosso, Woody Show, Kenny Wheeler e tanti altri.

Enzo Pietropaoli dopo l’esperienza con il Trio di Roma nel 1997 dà vita, sempre con il pianista Danilo Rea è al batterista Fabrizio Sferra al gruppo dei Doctor 3, un trio che ormai da un decennio calca i più importanti palcoscenici del jazz italiano e internazionale “dal 1998 al 2009, ha ottenuto un incredibile successo perché ha introdotto qualcosa di nuovo nel mondo del jazz moderno, vale a dire il servirsi di materiale tematico proprio della cultura dei giovani abbandonando i celeberrimi standard statunitensi. Di qui il rifarsi al repertorio dei Beatles piuttosto che a quello di Sting, di Elton John, di Joni Mitchell… e via di questo passo, senza trascurare la produzione di propri brani. Il tutto condito dell’abitudine di suonare non un solo pezzo per volta ma delle mini-suites in cui confluivano più motivi. Se a ciò aggiungete la straordinaria sensibilità musicale dei tre musicisti, la loro indiscutibile preparazione tecnica e il loro sofisticato gusto melodico avrete ben chiari i perché del massiccio successo del gruppo che, tra l’altro, ha ottenuto numerosi premi quali il miglior disco jazz per gli l’anni 1998, 1999, 2001[…]”.

Un grande successo di critica e di pubblico accompagna la formazione dei Doctor 3 sin dall’esordio e per tutti i primi undici anni di vita.
I loro lavori discografici ottengono numerosi premi come migliori dischi jazz, il gruppo si esibisce in Italia dove in poco tempo il pubblico composto dai loro beniamini e dagli appassionati della Musica Jazz e degli addetti ai lavori, i critici musicali che accolgono bene il gruppo con favorevoli critiche.
Ma anche in Europa, negli USA, in Cina, in Brasile e nel Nord Africa. Ma come spesso succede, nel 2009, il gruppo si scioglie, un passaggio inevitabile, fisiologico e Doctor3, pur avendo rappresentato un raro esempio di longevità non fugge a questa logica. La sosta, comunque, è al loro utile per ritrovare nuovi stimoli e maturare nuove esperienze personali.

Nel 2014 Danilo Rea, Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra, decidono di ritrovarsi per riprendere insieme il viaggio interrotto, con nuove idee, nuovo entusiasmo, unendo il patrimonio di crescita individuale degli anni trascorsi in lontananza. Esce quindi, a maggio 2014 il nuovo lavoro discografico del trio Doctor3, dal titolo Doctor3, “Parco della Musica”, pubblicato dalla label Record / Aldo Mercurio Management / Iando Music, seguito da un tour in tutta Italia e non poteva mancare il leggendario locale Blue Note di Milano.

Questo nuovo lavoro discografico si colloca in una posizione innovativa rispetto ai precedenti, non ci sono più le imprevedibili scorribande musicali da un brano all’altro, anche se questo non potrà inevitabilmente mancare nelle performance live. Quello che possiamo considerare costante, la cifra stilistica del gruppo da quasi vent’anni, è il repertorio, che conferma un’apertura a tutti i generi.

Tra dodici brani scelti per quest’opera discografica c’e una netta prevalenza di derivazione anni Sessanta e Settanta: David Bowie,The Doors, Bee Gees, Beatles, Harry Mancini, Carole King, Leonard Cohen, e incursioni nelle origini del jazz con uno standard del compositore Irvin Berlin.
Il viaggio musicale del trio Doctor3 continua a raccontare e le storie da raccontare sono ancora molte. Enzo Pietropaoli è stato protagonista ai concerti e conferenze a Soarterano in Toscana nei pomeriggi al teatro.

Enzo Pietropaoli con il suo “Yatra Quartet” ha focalizzato la rassegna Dorteano Jazz & Blues, la formazione si presenta con una edizione piena di orgoglio, la numero 31, e con i due appuntamenti a ingresso gratuito. Enzo si è esibito con Fulvio Sigurta alla tromba , Enrico Zanisi al piano, Alessandro Paternesi alla batteria.
Questo spettacolo è stato il più atteso di questa rassegna. Inoltre Enzo Pietropaoli ha presentato con il suo trio in anteprima all’Auditorium Parco della Musica a Roma il suo nuovo lavoro discografico The Princess. Un crescendo di brani che testimoniano alcune fra le tante passioni musicali di una vita: da John Lennon a Bob Dylan, da Cole Porter a Peter Gabriel, da Neil Young, ai Pearl Jam, per finire con i Beach Boys.
Il tutto intervallato da alcune composizioni originali di Pietropaoli.

The Princess e una di queste, solenne ma leggera, soave, femminile, la metafora di qualcosa che si è tanto atteso e che infine genera meraviglia e amore. Ci sono infatti voluti tempo e determinazione per realizzare questo lavoro che non a caso porta il nome del brano stesso.
La formazione, è una delle più amate da Enzo Pietropaoli che, al contrabbasso, è affiancato da due straordinari musicisti: Julian Oliver Mazzariello al piano e Alessandro Paternesi alla batteria, che hanno contribuito a realizzare un clima denso, profondo e lieve allo stesso tempo. Nell’opera discografica Nota di Basso Enzo Pietropaoli esegue completamente in solitudine con l’aiuto di una loop, che integra e dà spessore al già pregevole timbro del contrabbasso, complice la sovrapposizione di parlato che da maggiore significato, senso e voce al suonato, questo disco contiene un repertorio traversale. Un repertorio perfetto per un artista come Pietropaoli che ha sempre fatto dell’eclettismo la sua cifra stilistica, ed ondeggia da brani originali delle radici classiche a standard jazz molto famosi, dalla Musica italiana degli anni Sessanta alla rilettura dei Beatles, Brahms e Jimi Hendrix, tutti interpretati con un linguaggio che rimane però quello del jazz dell’improvvisazione. Il disco si apre con due brani originali dell’autore genovese “Prelude in Re”, una composizione minimalista e contemporanea, che precede per micro-variazioni molto affascinanti e “CB Minor Blues”, una traccia ruvida all’insegna del blues-jazz più classico, arricchita da una seconda linea di basso archetto sovraincisa e dalla voce lopata del suo autore.

Seguono una splendida particolare versione della canzone francese “Autumn Leaves” e “Respiro”, un brano che assume liricità e misticismo al punto da sembrare registrato in una chiesa. Altri brani degni di nota sono: “Little Wing”, interpretato in modo grintoso e ruvido, fa riscoprire all’ascoltatore quel jazz-rock ante litteram latente di Hendrix “Mother Nature’s Son”, famosa canzone dei Beatles che, arricchita da “suoni naturali” passati attraverso la loop machine, assume timbri che rimandano a diversi stili musicali come il pop, l’Etno e il jazz e “Moon River” / Il Vento” uno strano ibrido in cui l’eleganza rapsodica della melodia maciniana sfocia sul finale del tema della composizione battistiana, impreziosita dal ripetersi loopato delle prime parole del ritornello e da un’atmosfera fasciante e frusciante.

“Enzo Pietropaoli / Nota di Basso a essere sincero non sto niente male da solo[…]” “Ma non sono solo, non si è mai soli di fronte alla musica. In ogni nota c’è un pò della mia vita, le sue luci le sue tenebre e ogni differente sfumatura. La vita precedente, presente e quella futura, la mia storia, i nonni i genitori i figli, le donne che ho amato e che amerò i musicisti con i quali ho avuto la fortuna di collaborare, quelli che ho solo ascoltato e quelli che mi fanno incazzare, e poi i concerti, innumerevoli, e i chilometri consumati in giro per il pianeta (trattiamolo bene), ma calcolati, e tutte le persone che ho conosciuto, ma anche la solitudine, in una stanza, con lui, il contrabbasso, così ostico e così familiare.

E sopra ogni cosa l’amore, è una nuova bellissima consapevolezza: non è la musica a servire a noi per raggiungere altri obiettivi, spesso effimeri, la musica è l’obbiettivo, noi musicisti siamo un veicolo per raggiungerlo, abbiamo un privilegio, se lo perseguiamo con onestà la musica ci premia, ogni giorno, concretamente e in maniera profonda. Un nuovo viaggio è iniziato sono partito da solo, ma pronto a nuovi incontri”.

Nel 2018 a marzo Enzo Pietropaoli si trovava all’Auditorium Parco della Musica a Roma, con uno “Speciale Woodstock“.
Enzo Pietropaoli Wire Trio. L’appuntamento all’Auditorium Parco della Musica, coincide con l’uscita del nuovo lavoro discografico del contrabbassista genovese Enzo Pietropaoli che ha deciso di riproporre chiave contemporanea alcune pagine più significative di un evento epocale e irripetibile come quello che nell’agosto 1969 ha rappresentato l’apice della cultura hippie, e non solo nella sua eccezione musicale. “Woodstock Rerloaded” non vuole essere solo una proposta di “cover” ma una rilettura originale, appunto una sorta di “aggiornamento” di quelle lontane emozioni che tenga in considerazione tutto ciò che è successo in musica da allora, dunque una sorte di contenitore all’interno del quale dovranno armonizzarsi il tributo a quell’avvenimento e l’evoluzione del linguaggio musicale da allora ad oggi.

Gli artisti presi in considerazione rappresentano, nell’immaginario di Pietropaoli, le punte più significative di quei quattro giorni, a volte per ragioni musicali, a volte di costume, a volte per come hanno rappresentato quel movimento culturale, tra gli altri: Santana, Yhe Who, Janis Joplin, Joan Beaz, Joe Cocker, Creedence Clearwater Revival, Sly and The Family Stone, Jimi Hendrix.

Questa è la storia del musicista genovese Enzo Pietropaoli, che continua a suonare con le sue formazioni e i vari musicisti del jazz italiano e statunitensi che incontra e incontrerà, e darà ancora tanto ai suoi fan e agli appassionati della Musica Jazz.

A cura di Alessandro Poletti – Foto Jazz Agenda

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui