CLAUDIO DESCALZI CEO ENI

Eni continuerà a pagare in euro il gas alla Russia, ma aprirà due conti presso Gazprom Bank, uno in euro e uno in rubli. Il gruppo italiano spiega che la decisione “è stata presa nel rispetto del quadro sanzionatorio internazionale”. Il meccanismo – adottato anche da altri paesi Ue – consente all’Italia di importare il gas russo. Eni corrisponderà quanto dovuto in euro – non violando così le sanzioni predisposte dalla Ue contro Putin – pagando attraverso “un apposito clearing agent operativo (agente liquidatore, n.d.r) presso la Borsa di Mosca entro 48 ore dall’accredito, e senza coinvolgimento della Banca Centrale Russa”, dunque consentendo così a Gazprom di ricevere quanto dovuto una volta convertito in rubli.

La scelta della compagnia energetica italiana arriva a pochi giorni dalla timeline del pagamento scaduto il quale, teoricamente la compagnia russa avrebbe avuto diritti di interrompere la fornitura. Un compromesso al quale stanno arrivando altri paesi fortemente dipendenti dall’import energetico con la Russia.

Una procedura “senza modifiche unilaterali dei contratti”
“La procedura per l’apertura dei conti presso Gazprom Bank – così in una nota Eni – è stata avviata senza accettazione di modifiche unilaterali dei contratti in essere”, la compagnia italiana, “in vista delle imminenti scadenze di pagamento per i prossimi giorni, ha avviato in via cautelativa le procedure relative all’apertura presso Gazprom Bank dei due conti correnti denominati K: uno in euro ed uno in rubli, indicati da Gazprom Export, secondo una pretesa unilaterale di modifica dei contratti in essere, in coerenza con la nuova procedura per il pagamento disposta dalla Russia”.

La compagnia energetica italiana sottolinea come “L’esecuzione dei pagamenti con queste modalità, non riscontra al momento nessun provvedimento normativo europeo che preveda divieti, che incidano in maniera diretta sulla possibilità di eseguire le suddette operazioni”.

Questa mattina il portavoce capo della Commissione europea, Eric Mamer, aveva dichiarato che “è il paese membro che deve far rispettare le sanzioni, dunque è il Paese che deve vigilare che le società rispettino le sanzioni: in caso contrario la Commissione può aprire la procedura d’infrazione”, ma al contempo Mamer, ha confermato il divieto di pagare in rubli, ma non quello di aprire un conto in euro. Sull’energia – così il portavoce della Ue, in un punto stampa – “Siamo ostaggi della Russia: per questo abbiamo preso tutte le iniziative di diversificazione possibile, e abbiamo proposto di ridurre di due terzi le importazioni di energia da fonti fossili della Russia, e domani – ha concluso Mamer – la Commissione presenterà la proposta REpowerEU, con le misure specifiche per eliminare del tutto questa dipendenza energetica”.

Eni: “Il mancato pagamento esporrebbe alla violazione dei contratti”
Secondo la compagnia italiana “un mancato pagamento, esporrebbe Eni sia al rischio di violazione dell’obbligo di dar corso in buona fede ad eventuali richieste contrattuali di Gazprom Export (imposte alla stessa dalla propria autorità), sia al rischio per Eni di inadempimento dei propri impegni di vendita con i clienti a valle, in caso di interruzione delle forniture”.
La società tuttavia, dichiara che “avvierà un arbitrato internazionale sulla base della legge svedese (come previsto dai contratti in essere) per dirimere i dubbi rispetto alle modifiche contrattuali richieste dalla nuova procedura di pagamento, ed alla corretta allocazione di costi e rischi”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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