SALVATORE VECA FILOSOFO

Il suo mito e’ ancora intatto. Nella sua voce c’e’ il segreto di una donna che e’ stata capace di affascinare il mondo con una sua personalissima concezione del dolore. Di lei
ancora oggi resiste e affascina l’aspetto anticonvenzionale, l’artista ribelle e dalla vita tragica che non dava peso alla fama e al denaro, trovando se stessa solo sulla verita’ della scena e nei rapporti di amicizia e d’amore.

Proprio per questo, in contrasto col mondo patinato della canzone si continua a parlare di lei come di una rockstar antelitteram, di quelle che bruciano la propria vita, andando controcorrente, con la sua voce degli anni dell’esistenzialismo, e non e’ un caso che i versi di una delle sue canzoni piu’ celebri dicano:.. “ no, niente di niente!No, non rimpiango niente Tutto e’ stato saldato, spazzato via! Dimenticato. Non m’importa niente del passato. Coi miei ricordi, innesco la fiamma dei miei dispiaceri e dei miei piaceri, non ho piu’ bisogno…”

Il suo amico Jean Cocteau, che la fece debuttare in teatro scrivendo per lei IL bell’indifferente affermava che cantava “come se si strappasse l’anima dal petto”.
I titoli del suo celebre repertorio sono noti a tutti da La vie en rose a milord, da Elle frequentait la rue Pigalle a Je ne reggrette rien : storie di amori appassionati, di colore e disperazione, ma sempre intrise di poesia, oltre che dalla sua voce ruvida, aspra e potente, emblema della Francia durante la guerra, l’occupazione nazista e poi il dopoguerra, sempre in scena, sempre con la voglia di cantare, sino alla fine, fino agli ultimi anni di vita, in cui, malata, intossicata dai barbiturici per
difendersi dai dolori, era come se ogni volta dovesse morire in scena.

Mistero e leggenda anche sulla sua morte che pare avvenuta a Cannes il 10 ottobre 1963, ma registrata il giorno dopo a Parigi, dove si dice l’avesse trasportata nottetempo, l’ultimo marito, perche’ la regina del boulevard non poteva che morire nella capitale.

Gli ho fatto visita, in un mio giro in Francia, al cimitero di San Pere Lachaise, a Parigi, dove riposano i morti che ridono della vanita’ dei vivi.
Questo cimitero degli artisti , dove riposa anche Jim Morrison. Ma tutto cio’ poco importa. Il cimitero va di fretta, e’ un brulicare ininterrotto di clic, lampi brevi e ripetuti, cartine e mappe compulsate con l’ansia di chi deve consumare tutte le attrazioni del Luna Park dei trapassati.

Lontano, in disparte rispetto ai sentieri battuti da turisti internazionali in leggero declivio, la cerchi o ti armi di santa pazienza, o la trovi per caso, e allora le porgi una rosa rossa. In marmo nero, solida e ancorata alla terra. Dimessa, al cospetto della grandiosita’ altrui; potente quanto” invisibile”.
E’ la tomba di Madame Lamboukas, detta Edith Piaf!

La donna a cui la Francia e l’Europa debbano molto piu’ di quanto loro le abbiano mai restituito!

A cura di Sandra Vezzani editorialista – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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