Dopo il crollo del ponte Morandi, pare che in Italia i controlli sui viadotti siano più serrati, al di là che per attuare le verifiche sulle strade del paese prima ci vogliono le vittime innocenti. Il problema e il tema del giorno si è spostato sulla solita E45, una superstrada lasciata in disuso da anni e dove il silenzio quasi assoluto la fa da padrone per le diverse interruzioni con gli autogrill e le attività adiacenti praticamente al collasso.
Nella zona di Canili ad esempio, c’è un’area di servizio in direzione Ravenna con distributore di carburanti, un albergo con ristorante ed un Autogrill. Ora è tutto fermo. C’è un’atmosfera da lupi. Titolari e dipendenti attendono risposte e quanto durerà il periodo infausto in seguito al sequestro del viadotto Puleto.

Ma la situazione spettrale si ripete in anche nelle aree di servizio del tratto aretino, anche in quelle che sono aperte come a Pieve Santo Stefano dove in direzione sud ad esmepio c’è un albergo, con 55 camere praticamente vuote, nessun uomo d’affari, nessun turista si è fermato da quando si è diffusa la notizia della chiusura della E45 da Valsavignone al Verghereto per la disposizione della Procura di Arezzo. Nel vicino autogrill ci lavorano in 15 più alcuni addetti delle pulizie, qualcuno meno nella struttura gemella che si trova al di là carreggiata.

Solo qui ci sono 35 persone che rischiano di andare a casa perché nessuno transita da lì, verso una strada chiusa e il fatturato non potrà certo reggersi sui clienti locali. E tutto questo è solo uno spaccato delle conseguenze economiche per il territorio dell’Alta Valle del Tevere e del Savio che riguarda almeno 200 lavoratori lungo la E45. Un lungo e doloroso conto a parte andrà fatto per le aziende che lavorano nel tratto e usavano la E45 per gli scambi commerciali.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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