Durante la pandemia i reati sono sensibilmente diminuiti? 

A cavallo del Coronavirus anche i criminali – ovviamente non valeva per tutti – sono rimasti nei loro rifugi. Pertanto, come prevedibile e ampiamente sbandierato anche dalle Istituzioni locali, i reati sono diminuiti del 75 per cento, così come riferito nel primo report pubblicato dal Viminale – Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione centrale della polizia criminale. Sono state prese in esame diverse tipologie di reato verificatesi nel periodo indicato.

In totale sono 52.596 i delitti consumati a fronte dei 146.762 dello stesso periodo dell’anno scorso. Nel mirino dei rapinatori sono state occasioni ghiotte le farmacie. Diminuiti, ma a ritmi più lenti, i maltrattamenti in famiglia (-43%); il timore è che vi siano state solo meno denunce. Calano anche del 69 per cento le violenze sessuali, del 67 per cento i furti in genere e del 72 per cento quelli nelle abitazioni, sempre presidiate dagli inquilini. Percentuali analoghe per le rapine agli uffici postali (-73%). Dimezzate le rapine in genere (-54%).

Anche se, come già detto, erano nel mirino le farmacie, dove i furti (-13%) e le rapine (-24%) hanno fatto registrare una diminuzione molto più lieve. Sono diminuiti del 46 per cento i reati concernenti, gli stupefacenti, in considerazione anche del fatto che gli spacciatori, durante il look down, hanno modificando i modi di consegna ai clienti che avvenivano a domicilio o con incontri prefissati davanti ai supermercati o ai negozi.

Abbiamo imparato a seguire le regole della convivenza nazionale? Dopo l’effetto della paura sui nostri comportamenti, difficile a dirsi. Il rispetto delle regole, argomento importante in generale ma, soprattutto, in una condizione particolare come quella che stiamo vivendo oggi. Il tema è rilevante per tutti, perché le regole che ci diamo, in fondo, non sono altro che le radici dell’albero della nostra convivenza. Solo se le radici sono sane e robuste, allora le nostre comunità possono prosperare, e noi con loro.

Le regole sono gli elementi costitutivi e gli strumenti che utilizziamo per organizzare e coordinare i comportamenti sociali in modo che questi possano concorrere nel modo più efficace al benessere collettivo. Sono le Istituzioni a stabilire come suddividere i compiti nelle organizzazioni complesse, a governare e ad allineare una miriade di piani individuali in un’azione congiunta concertata ed efficace. Le regole della convivenza nazionale hanno questa caratteristica, sono equilibri del “gioco” della vita. Sono situazioni nelle quali, dopo che ognuno ha fatto la propria scelta – destra o sinistra – e dopo aver osservato le scelte di tutti gli altri, decide che la sua è la migliore possibile.

Si chiamano “equilibri” proprio perché in questi casi nessuno ha interesse a cambiare idea, a mettere in discussione il proprio comportamento, dato quello di tutti gli altri. Le regole sono l’architrave della società civile, ma spesso sono ignorate dai cittadini che stentano a rispettarle (vedi mascherine e distanziamento). Per questo motivo la soluzione sta nella costante ricerca dell’equilibrio. Non allentiamo la presa e speriamo che tutto vada bene. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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