Erano due sorelle di 15 e 17 anni che condividevano tutto, unite come raccontano i loro social, con i miti della loro generazione, le foto compulsivamente pubblicate per narrare la loro vita quotidiana: “Una sorella come migliore amica“, scriveva sulle storie di Instagram Giulia, 17 anni, la più grande, nei video pubblicati con Alessia, la più piccola, sempre insieme, nella vita e sui social. Così ieri alle 6.40 accanto all’altra Giulia e Alessia, “barcollando” come hanno raccontato i testimoni, hanno incontrato il destino sul binario della stazione di Riccione, investiti dal frecciarossa che non è riuscito ad impedire l’impatto. Insieme fino alla fine, fino all’estremo tentativo di una che voleva salvare l’altra che stava sui binari. Un impatto così violento che si è potuto identificare i corpi solo grazie ad un cellulare ritrovato, semidistrutto, sui binari.

Il treno in transito alla stazione di Riccione che ha investito le due sorelle di 15 e 17 anni
Il treno in transito alla stazione di Riccione che ha investito le due sorelle di 15 e 17 anni

Abitavano a Castenaso, paesino di 15mila anime a 15 minuti da Bologna, dove erano sembra molto conosciute, il papà lavorava con la sua azienda di trasporti e traslochi, una piccola impresa che funzionava. “È un grande dolore per tutta la comunità”, così il sindaco, Carlo Gubellini: “L’intera comunità di Castenaso si stringe attorno ai genitori, ai familiari, agli amici: Giulia e Alessia, che la terra vi sia lieve. Siete volate via troppo presto”.

Sui social le foto, i video con la musica del cuore – da Tedua a Jack La Furia – gli scatti sempre assieme a giugno in Sardegna, in Costa Rei, dopo la fine della scuola. Gli ultimi istanti di vita di due sorelle adolescenti sono restituiti dalle immagini delle telecamere di sicurezza della stazione, al vaglio degli investigatori, e dai racconti dei testimoni che le hanno viste cercando, urlando, di evitare la disgrazia.

Uccise dal treno: sulla banchina restano le scarpe e un cellulare
Dai social il ritratto delle sorelle inseparabili

Vivevano con i genitori ed una sorella più grande, Stefania. Giulia avrebbe compiuto 17 anni a settembre, Alessia la 15enne, frequentava il liceo artistico a Bologna, il ballo era una loro passione comune, ed erano già state varie volte nelle discoteche della Riviera, come questo ultimo sabato sera a Riccione
Insieme facevano tutto: andare al mare o al ristorante, a giocare e scherzare, In un video si ritraggono in un momento di affettuosa quotidianità, mentre la piccola pettina la maggiore e con l’aria concentrata le liscia i capelli con la piastra.
Avevano entrambe la passione per la musica, il ballo e le discoteche – il racconto di chi le conosceva nella comunità di Castenaso – amavano forsennatamente la musica rap.
Giulia la maggiore, dopo essersi iscritta per il primo anno in un liceo a Bologna, aveva deciso di dedicarsi al corso di formazione per diventare parrucchiera, Alessia invece aveva la passione per il calcio.

Il macchinista del treno ha provato a frenare – Anche il macchinista del Frecciarossa che stava giungendo in stazione si era accorto di loro. Per provare ad evitare l’impatto ha azionato il fischio di allarme e ha tentato disperatamente di frenare. Il treno, però, giungeva a velocità sostenuta e l’impatto è stato inevitabile: i corpi delle giovani vittime sono stati scaraventati a decine di metri di distanza.

Un testimone: “Ho urlato per fermarle”.  – Il gestore del bar della stazione ha parlato con una delle ragazze attimi prima della tragedia: “Stavo caricando il distributore delle bibite, erano circa le 6.30, quando mi si è avvicinata una bellissima ragazza vestita di nero per chiedermi qualcosa, ma ho subito capito che non era in sé”.

“Ho sentito una botta tremenda, poi tutti urlavano”
“Mi ha detto – prosegue – che non aveva soldi e che le avevano rubato il telefonino, poi con una sua amica vestita di verde e con gli stivali in mano, all’improvviso si sono dirette al binario 2 dove era fermo il treno per Ancona. Quando ho capito cosa volessero fare ho urlato, tutti dietro di me hanno urlato, poi ho sentito il fischio fortissimo del treno e una botta tremenda. Poi non ho capito più nulla, tutti urlavano”.

Il mistero degli ultimi istanti  – Al momento la dinamica dell’investimento è al vaglio degli investigatori. Un puzzle che la polfer sta cercando di ricostruire con pochissimo a disposizione, difficile identificare i corpi per la violenza dell’impatto, è stato possibile solo grazie ad un cellulare ritrovato sui binari. E poi le telecamere della stazione, che le hanno inquadrate sole, barcollanti, ma non avrebbero ripreso l’incidente. Gli investigatori vagliano le testimonianze di chi era presente: dicono che una delle due ragazze era ferma sui binari mentre l’altra si era seduta sulla banchina accanto, forse per scendere e cercare di trarla in salvo, o probabilmente per aiutarla a risalire. Di certo, non sono servite a salvarle né le urla degli altri viaggiatori, né il fischio del frecciarossa in arrivo a Riccione da Pescara che andava molto veloce (è un treno che può raggiungere i 200 chilometri orari): per le due sorelle inseparabili, non c’è stato scampo.

A cura di Televideo – Foto Repertorio

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui