Dopo il tonfo della borsa di Milano d’inizio settimana, ieri i listini hanno ripreso a correre con il segno positivo. Merito del governatore della banca europea Mario Draghi che ha spiegato quali saranno le prossima manovre economiche ad iniziare dal mese di marzo. “I tassi sono rimasti fermi e resteranno così per un lungo periodo di tempo”.
Lo ha detto appunto il presidente della Bce Draghi. “Con l’inizio dell’anno i rischi al ribasso sono aumentati di nuovo, c’e’ volatilità ed in questo ambiente l’inflazione resta debole, ha detto ancora Draghi, citando i paesi emergenti e i rischi geopolitici. Alla luce degli sviluppi di inizio anno la Bce rivedrà la propria politica monetaria a marzo. Le aspettative per l’inflazione nel corso dell’anno si sono indebolite rispetto a dicembre, spiegando che i tassi possono scivolare in territorio negativo nei prossimi mesi e risalire nella seconda parte dell’anno. La ripresa nell’eurozona deve essere sostenuta da riforme strutturali, che devono accompagnare la politica accomodante della Bce, aggiungendo che tutti i paesi devono adottare una politica fiscale più pro-business. La Bce “è pronta ad agire” e a “mettere in campo tutti gli strumenti a sua disposizione entro il suo mandato” per raggiungere l’obiettivo di un tasso d’inflazione sotto al 2%.
Queste parole d’incoraggiamento hanno poi guidato i rialzi delle borse europee Piazza Affari (Ftse Mib +3,85%), arrivata a guadagnare fino al 4%, dopo le parole di Mario Draghi su tassi e politica monetaria. Sprint di Parigi (+2,4%), Francoforte (+2%) e Madrid (+1,9%), mentre Londra (+1,3% resta indietro. In luce in Piazza Affari le banche, da Mps (+39,71%), congelata al rialzo insieme a Carige (+32,19%), a Unicredit (+7,18%) e Bpm (+6,33%). Bene Mediaset (+5,03%) ed Fca (+5,16%), seguita da Ferrari (+3%). La Banca Centrale Europea ha lasciato il tasso principale di rifinanziamento al minimo storico dello 0,05%. Il tasso sui depositi bancari resta fermo a -0,30% e quello sui prestiti marginali allo 0,30%.

Conversione moneta lira – euro: Da oggi chi aveva richiesto, tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012, di convertire lire, specificandone l’importo, potrà cambiare la valuta in euro in una qualsiasi filiale della Banca d’Italia che svolge il servizio di Tesoreria dello Stato. Così il ministero dell’Economia ha definito le modalità con le quali dare esecuzione alla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittima la norma che anticipava dal 28 febbraio 2012 al 6 dicembre 2011 il termine ultimo per la conversione.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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