Sergio Mattarella, Mario Draghi

Non era impresa facile mettere insieme quasi tutto il Parlamento italico, che non vuol dire metterlo d’accordo, ma nelle condizioni di dimostrare (finalmente) se ed in chi, c’è la voglia di lavorare per il Paese; e non sarà neppure difficile, a questo punto, mettere in piena luce coloro che alle parole vogliono sostituire i fatti, quelli reali, dato che al momento di votare i provvedimenti si scopriranno le carte di tutti.

Certo, l’impresa del nuovo premier Mario Draghi di risollevare l’Italia, è a dir poco titanica, ma dice qualcosa il fatto che non ci siano solo politici e quasi nessuno dei poltronari sieda in posti chiave?
Giggino agli esteri? Ma chi pensate “governerà” gli affari esteri da oggi in poi? Uno che non sa neppure l’italiano o chi nel Mondo pesa e parecchio? Basta una grisaglia per diventare un politico ed ancor di più capace?

Salvo FdI, nel Governo Draghi ci sono tutti, più o meno contenti e già più o meno “indisposti” verso qualcun altro; qualcuno sorride masticando amaro, qualcun altro parla positivo, ma solleva subito nebbie da bassa val padana, pronto a dare consigli ma dimentico di quanto poco o nulla abbia fatto ai “suoi” tempi…

Come detto l’unica a non starci è la sora Giorgia, coerente e determinata, certamente spiazzata (al di là delle apparenze e delle parole) da alleati che hanno ancora una volta dimostrato quanto siano poco affidabili, di come qualche poltrona, e neppure tutte “pesanti” bastino a soddisfare mire ululate come lupi famelici e trasformatesi presto in guaiti da barboncini salottari, scusate, poltronari!

Mario Draghi ha fatto le proprie scelte, già tutte predisposte in anticipo, magari persino prima di ascoltare il rosario di chi è salito due volte al desco del Premier in pectore; certo consapevole che qualcuno sarebbe stato prima benevolo e poi… sgarbiano…, ma si sa che l’Italia, ed ancor più i suoi rappresentati politici, è il Paese di chi cambia più in fretta opinione che … mutande.

Fare gli auguri a Super Mario mi pare il minimo, anche se non ha certo bisogno dei miei; ma credo tutto sia apprezzato, o da apprezzare, anche da parte di chi si appresta a governare un Paese che vive come un equilibrista su di un filo sottilissimo, e non solo a causa del Covid.

L’Italia è stata fatta più di centocinquant’anni fa, gli italiani sono sempre da “fare”, e c’è da aspettarsi che almeno Draghi, magari facendo fuoco e fiamme, ci faccia finalmente imboccare una via migliore di quella attuale, anche perché dopo di lui cosa e chi potrebbe capitarci?

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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