KARIMA EL MAHROUG RUBY

Non fa in tempo ad arrivare l’assoluzione per gli imputati del processo milanese “Ruby Ter” che esce il libro della principale protagonista della vicenda: Karima El Mahroug, “Ruby rubacuori” all’epoca dei fatti. “Ero ufficialmente parte lesa, ma di fatto un giudizio su di me era stato già emesso” ha dichiarato l’autrice che ha scritto la propria biografia insieme alla giornalista Raffaella Cosentino.

“Non sono una prostituta” è la frase che apre il libro e poi Karima, che vuol essere chiamata solo con il suo vero nome, argomenta: “Ho fatto la ragazza immagine, la cubista, la panettiera e la venditrice ambulante – a partire dai miei 9 anni – la bagnina senza saper nuotare, l’estetista senza aver alcuna qualifica, ho frequentato la casa del presidente Berlusconi, ho dormito molte notti su una panchina, sono scappata da 18 comunità. Ho camminato pericolosamente sull’orlo di un burrone, avrei potuto cadere e non sono caduta. Avrei potuto fare la prostituta, ma non l’ho fatto”.

Nella biografia che porta il suo nome la ragazza racconta la prima serata passata a cena nella villa di Silvio Berlusconi, il 14 febbraio 2010, ad Arcore: “Il Presidente mi offrì il posto accanto a lui e gli occhi addosso delle altre ragazze un po’ mi mettevano in imbarazzo. Iniziò la cena e mi fu chiesto di presentarmi. Avevo la risposta già collaudata: ‘Mi chiamo Ruby Hayek, sono metà egiziana e metà brasiliana, ho ventiquattro anni. Mia madre è una cantante molto famosa in Egitto'”.

Nel ricordare la vicenda e commentarne il recentissimo esito, Karima, durante la presentazione del libro, a Milano, ha detto: “Non speravo minimamente in un’assoluzione. Ero abituata a ricevere solo il peggio da questa bolgia mediatica. Posso ora vivere come una ragazza normale e recuperare i momenti di vita rubati”.

La vicenda che vide la giovane marocchina al centro di quello che poi venne definito Rubygate (ovvero lo scandalo sessuale che coinvolse il Presidente Silvio Berlusconi, il giornalista Emilio Fede, il manager Lele Mora e il consigliere regionale del PdL Nicole Minetti ed altri, con varie accuse tra cui abuso di posizione, sfruttamento della prostituzione e sfruttamento sessuale di minori) nei suoi passaggi più incredibili ha visto anche quello di Karima indicata come nipote di Mubarak e questo alimentò lo scandalo e l’indignazione.

“Sono contenta che sia capitato a me e non ad altre ragazzine – ha detto durante la conferenza stampa la ragazza che si ritiene vittima della situazione – Non so quante avrebbero retto questo fardello come il vedere, a 17anni, in edicola la tua faccia col tuo nome. Sono stata strumentalizzata da tutti in questo circo”.

Karima El Mahroug ha poi spiegato che la vicenda processuale conclusasi con l’assoluzione del leader di Foza Italia, Silvio Berlusconi, e altri imputati “è stata faticosissima” e ha aggiunto che non rifarebbe ciò che ha fatto, ovvero partecipare alle cene a casa del Premier: “Tornassi indietro, con la testa di adesso (…) Non per la persona, ma per quello che rappresenta la persona”.

Anche se, sempre durante la presentazione del libro la ragazza ha specificato: “Dal presidente Silvio Berlusconi non ho mai accusato la sensazione di essere guardata o trattata come pezzo di carne. Per questo all’epoca mi sono sentita tranquilla di potere tornare”. Ma parlando della sua prima serata nella villa ha aggiunto: “Entrare in quella casa, non sapevo neanche dove stessi andando quella sera o chi fosse il presidente Berlusconi. Quello che posso dire con la massima sincerità è che in quella persona non ho mai visto il potere, il politico, ho trovato in lui la possibilità di essere aiutata e mi sono sentita rispettata da quella persona“.

Nella sua biografia Karima racconta con dettagli il cambiamento subito dalla sua vita dopo l’inizio della vicenda giudiziaria: “Si dibatté, molto a lungo, se fosse nota o meno la mia reale età. La prostituzione era data per scontata, un dato di fatto. Del resto, cos’altro avrei potuto fare: una così, che balla così, che vive così, che frequenta quei posti lì”…

“In effetti alla fine il tribunale così ha deciso: il Presidente non conosceva la reale età della prostituta minorenne. Amen. Dopo lo scoppio dello scandalo che fece tremare i palazzi, anche la mia vita andò abbastanza in frantumi, analizzando e guardandomi da così lontano, mi vedo in balia degli eventi, della mia inconsapevolezza, di un finto amore. Mi rimprovero di essermi affidata a persone sbagliate, di aver messo in scena azioni che non rifarei”.

E poi la stoccata al circo mediatico: “Le telecamere, i giornalisti, le persone per strada: tutti volevano vedere la prostituta del Presidente, nessuno che abbia visto una ragazzina di 17 anni, inseguita, usata, fotografata, braccata in ogni momento. Le trasmissioni televisive, durante quei mesi, non facevano che parlare del Rubygate, io ero un piccolo anello narrativo necessario ad un racconto che non parlava di me. Ero sotto gli occhi dei riflettori, ma mai a fuoco. Una bambola”.

Ma ora anche lei, attraverso i media, racconta la propria verità.

A cura di Televideo Rai – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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