Dedicato il fine settimana agli impegni degli azzurri di Ventura, ci si rituffa nel Campionato per il rush finale che, da qui al 28 maggio, vedrà le formazioni della massima serie disputare le ultime nove giornate di stagione.

Quanti verdetti deve ancora svelare questa Serie A che, diciamocela tutta, pareva decisa ancor prima di iniziare? Al momento ancora in ballo c’è il secondo posto, che manda direttamente in Champions, ed i posti UEFA, per cui sono in lizza Lazio, Inter, Atalanta e Milan, in ordine di classifica, raccolte in quattro punti e tutte in grado di giocarsi l’accesso europeo.
Dietro c’è qualcuno disposto a scommettere un euro sulla salvezza delle ultime tre? Già, la matematica ancora non condanna nessuno ma, pur con un Empoli ai minimi termini, Palermo, Crotone e Pescara sono in grado di dare una svolta a ventinove giornate di pochezza pressoché assoluta?

L’unica cosa rimasta alle ultime tre formazioni sono le parole: “faremo, giocheremo, siamo ancora in lizza ….” Bla bla bla che sentiamo dal 20 agosto scorso e che raramente si sono trasformate in fatti sul campo, salvo rari ed estemporanei momenti, dovuti più al tentativo mediatico di trovare un qualche interesse (l’arrivo di Zeman, che vince la prima ma poi fa fare i “gradoni” ai suoi che tornano gli stessi di sempre nel giro di una settimana) che non a quanto visto in campo.
Ma guardiamo un po’ cosa ci riserva la trentesima che, Napoli-Juve a parte, sembra quasi una sfida tra la parte sinistra e quella destra della classifica, visto che sono ben sette le sfide che mettono di fronte i due lati della graduatoria, con incontri che “potrebbero” anche essere divertenti, al di là della posta in palio.
Uso il condizionale perché, per mentalità nostra, siamo portati a pensare allo scarso impegno di chi non ha obiettivi, mentre invece di motivi per un bel finale di stagione ce ne sono a bizzeffe; intanto è ormai il momento di pensare al futuro per tutti, programmando cessioni ed acquisti, o almeno cercando di individuare chi può essere confermato, chi cedere e quali devono essere i nomi su cui puntare.

Già solo questo, trattandosi di professionisti, dovrebbe alzare il tono dell’impegno e, conseguentemente, di quello che sarà lo spettacolo fornito in campo, poi ci penseranno i dirigenti ed i vari procuratori, in quello che è il gioco tra le parti normale del calcio di oggi; più bravo e potente è il procuratore, più il suo assistito godrà di bonus, benefit e allegato codazzo mediatico e social, tanto la partita è ormai ridotta a qualche episodio e nel suo insieme non la guarda e giudica più nessuno (altrimenti le pagelle non sarebbero fatte sulla base del gol segnato o subito).

Ho divagato, come al solito, lo so, ma non è colpa mia se il calcio si è ridotto così e probabilmente (questo hanno fatto vedere gli ultimi confronti) in questi giorni tutto sarà incentrato sulla sfida del San Paolo che, bontà loro, alla fine vedrà nelle statistiche un tiro nello specchio della porta, quaranta falli e quindici ammoniti, con gli allenatori a raccontarci del sesso degli angeli e, speriamo sia in viaggio di lavoro, ADL che sproloquia da par suo!
Com’è ridotto il calcio nostrano? Basta leggere delle riunioni di Lega, sei contro quattordici (ma Fiorentina e Chievo cosa ci fanno insieme a potenti attuali e/o, molto, ex?), con argomento i soldi naturalmente, che vuoi distribuirli all’inglese? E l’utenza tifosa dove la mettiamo? Tredici milioni di tifosi conteranno più di quelli di un rione cittadino (ecco spiegato il Chievo che “abbandona” le piccole) o di un paesone come Sassuolo?

Certo, farò inalberare molti tifosi di formazioni titolate, ma cosa si gioca a fare se persino la Coppa Italia finisce sempre con le solite quattro a disputarsi la coccarda tricolore? Provate ad andarvi a leggere qualcosa di qualche decennio fa e magari aggiungeteci lo scudetto del Verona ed il sorteggio integrale degli arbitri… Perché la fine è iniziata proprio da lì.
Saluti e buon divertimento; c’erano una volta la “Milano da bere” ed il “campionato più bello del mondo”, la prima è finita alla “grappa di rose” (almeno calcisticamente parlando, closing permettendo naturalmente), per la seconda… lascio ad ognuno la risposta che crede, o forse basta guardarsi l’albo d’oro dello scudetto!

A cura di Maurizio Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui