Era il 3 settembre del 1982, quando a Palermo, in Via Isidoro Carini, veniva ucciso  Carlo Alberto Dalla Chiesa con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo. Furono colpi di Kalashnikov ad uccidere il Prefetto anti-mafia di Palermo. Furono solo 100 i giorni di permanenza del Generale Dalla Chiesa nella prefettura di Palermo.

Era tornato in Sicilia, nel 1982, dal Piemonte, dove nel 1974  aveva creato il nucleo speciale antiterrorismo ed aveva catturato i brigatisti Renato Curcio,Alberto Franceschini, Corrado Alunni, Nadia Mantovani, Lauro Azzolini, Franco Bonisoli, Rocco Micaletto … fino a Patrizio Peci e alla sua famosa confessione. Dunque, il Generale che aveva sconfitto il terrorismo fa paura alla mafia. E, di certo, fa paura quel  Generale che- già dal 1966 al 1973 quando era stato chiamato a  comandare la Legione Carabinieri Siciliana- aveva tracciato la mappa del potere mafioso a Palermo e le aree d’influenza delle 28 famiglie di Cosa Nostra ed aveva  arrestato Frank Coppola e Gerlando Alberti.

Nel 1992 dieci anni dopo, la sua morte, la Cassazione infligge l’ergastolo ai capi della Cupola, fra i quali Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò e Michele Greco ritenuti i mandanti. Per gli esecutori invece carcere a vita per Antonio Madonia e Vincenzo Galatolo, 14 anni ai pentiti Francesco Paolo Anzelmo e Calogero Ganci.

Cosa rimane oggi del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa? Forse ben poco! Se dei giudici hanno subito messo in libertà un noto delinquente che, pochi giorni or sono, ha picchiato brutalmente un carabiniere.

A cura di Francesca Brugnettini editorialista – Foto ImagoEconomica 

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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