Quasi ogni giorno purtroppo i media sono gremiti di notizie tragiche riguardo casi di violenze sulle donne che, invece di diminuire, sembrano aumentare.
Nel tentativo di fermare violenze e femminicidi il 17 dicembre 1999 è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite la “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, che ha come data di ricorrenza il 25 novembre di ogni anno e invita i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG (organizzazioni non governative) a pianificare per quel giorno specifico, attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne.

La giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne determina anche l’inizio dei sedici giorni di attivismo contro la violenza di ogni genere, che a loro volta precedono la giornata dei diritti umani, il 10 dicembre di ogni anno, promossi nel 1991 dal Center for Women’s Global Leadership e sostenuti dall’ONU, allo scopo di sottolineare che la violenza contro le donne è una violazione dei diritti umani.

In molti paesi e anche in Italia, il colore utilizzato per questa giornata è il rosso e uno degli oggetti simbolo è rappresentato da scarpe rosse, ovviamente da donna, esposte nelle piazze e in luoghi pubblici per raffigurare le vittime di violenze e femminicidi.

Purtroppo le donne molto spesso, a causa di paure di vario genere o di bassa autostima tendono a non voler denunciare o a denunciare troppo poco violenze o maltrattamenti, il più delle volte perché il molestatore o lo stupratore vive proprio sotto lo stesso tetto di chi subisce la violenza (compagni o mariti) o conosce bene le abitudini della sventurata, oppure perché lo Stato attraverso le forze dell’Ordine non riesce a tutelare in maniera opportuna il gentil sesso.
Una primaria e indispensabile forma di aiuto verso queste persone dovrebbe essere sostenuta da un supporto psicologico, attraverso l’ascolto e il sostegno alle donne con vissuti di violenza, vittime di stalking o vittime di tratta.

Ancora più fondamentale è far comprendere alla donna “il suo vero valore” e “la sua posizione nella società”, poiché il più delle volte la disistima che la accompagna e l’ha accompagnata per secoli e la “non conoscenza” di chi è veramente, del suo potenziale mai espresso, del ruolo dimenticato che il femminile ha ricoperto nella storia, hanno permesso alla sfera maschile di prevaricare ingiustamente su quella femminile.
Talvolta semplici riflessioni o quesiti di carattere quotidiano e storico (come le seguenti), possono farci approdare ad una visione diversa, più profonda e libera riguardo al ruolo maschile e a quello femminile, perchè uno non deve escludere l’altro e viceversa, entrambi dovrebbero compensarsi; per troppo tempo le donne oltre ad essere state vittime di violenze o femminicidi, sono state escluse o non ricordate per le loro missioni o il loro valore, mettendo in risalto solo i traguardi maschili.
Già alle scuole elementari su tutti i cartelloni che mostravano la nascita delle civiltà, l’uomo primitivo procedeva risoluto a grandi passi verso il futuro e non si vedeva mai una donna.

A quanto pare l’uomo con le sole sue forze, era sceso dall’albero dell’evoluzione nell’interesse dell’intero Universo e nessuno, mai, avanzò l’ipotesi che forse anche le donne avessero preso parte a questo processo.
Le ere si sono succedute ma le donne hanno fatto a malapena la loro comparsa. Nel variegato corso della storia, tra guerre, papi e re, le figure femminili sono emerse solo in mancanza di uomini?

Giovanna D’Arco si pose alla guida dei francesi solo perché nei paraggi non c’era nessun uomo disponibile o con le giuste qualità?
Elisabetta I regnò sull’Inghilterra solo perché non vi erano uomini sulla linea di successione al trono o anche per le sue capacità?
Chi può dire se il ruolo più importante della Tavola Rotonda non fosse svolto da Ginevra invece di Artù, o se generazioni di combattive regine in India e in Arabia non abbiano contribuito a fare delle loro nazioni ciò che sono attualmente?
Si sente mai parlare dei corpi scelti d’assalto tutti femminili durante le due guerre mondiali?
Si sa qualcosa del ruolo delle donne nella scoperta dei quasar e del DNA?
E del programma spaziale al femminile nei giorni gloriosi degli allunaggi della NASA, iniziativa depennata improvvisamente e senza alcuna spiegazione, sebbene i risultati delle donne fossero se non altro a pari livello di quelli degli uomini?

Quando la storia si concentra esclusivamente su una metà della razza umana, qualunque verità o realtà alternativa va inesorabilmente perduta.
Dato che Madre Natura aveva rifilato alle donne una parte iniqua del lavoro necessario alla riproduzione, le donne dovettero accettare la dominazione maschile per ottenere protezione per se stesse e i loro figli.

I documenti storici mostrano chiaramente che le donne nelle società primitive cacciavano e circolavano a loro piacimento, girovagavano dove volevano e giacevano sessualmente liberamente con chi sceglievano, creavano oggetti di terracotta, costruivano utensili e armi per la caccia, dipingevano le caverne, piantavano e tessevano.
La storia della razza umana inizia con la femmina, la donna che portava il cromosoma umano originale come è sempre stato finora e la sua adattabilità evolutiva ha assicurato la sopravvivenza e la riuscita della specie, insieme alle cure materne che esercitava, le quali hanno fornito l’impulso cerebrale per la comunicazione umana e l’organizzazione sociale.

Come riconoscono gli scienziati, le donne sono la razza stessa, il primo sesso cortese, l’uomo sempre secondo gli scienziati è il ripensamento biologico.
Perché in principio (sempre secondo gli scienziati), quando l’umanità emerse dalle tenebre della preistoria, Dio era una donna.
Gli studiosi sottolineano la rilevanza e la diffusione della figura della Grande Dea Madre come elemento essenziale fino agli albori della vita umana, iniziando 25.000 anni a.C. (alcuni archeologi addirittura attribuiscono le origini femminili a 50.000 anni fa).
La storia racconta la donna attraverso i ritrovamenti delle statuette di Venere sul Nilo, viaggiando nel tempo attraverso i reperti femminili in Europa, Russia, Asia, Africa e Australia, terminando purtroppo nel 500 d.C. quando gli imperatori cristiani abolirono il culto della Dea e ordinando che venisse chiuso l’ultimo tempio rimasto a lei dedicato.
E adesso?

Le donne del XX secolo hanno scalato l’Everest, sono andate a spasso nello spazio e hanno circumnavigato la luna nella loro navicella spaziale; sono diventate piloti di caccia, giudici della corte suprema e capitani d’industria; hanno diretto nazioni e imprese, occupandosi di budget miliardari con la stessa sicurezza con la quale si sono occupate dei bambini.

Forse un minuzioso studio storico centrato sul femminile potrà ridare il giusto valore alle donne di oggi, temprando le loro fragilità e restituendo a queste creature tutto il loro potenziale, ritrovando la giusta energia per non essere più vittime di nessun tipo di violenza ma riconoscendo loro tutte le abilità, talenti e capacità che possiedono.

FORZA DONNE!

A cura di Barbara Comelato – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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