1° settembre 2024
Colore liturgico: Verde
Pietà di me, o Signore, a te grido tutto il giorno: tu sei buono, o Signore, e perdoni, sei pieno di misericordia con chi ti invoca.
Dopo l’approfondimento del Mistero del Pane vivo (capitolo 6 del Vangelo di Giovanni), che ci ha accompagnato nelle ultime cinque settimane, riprendiamo oggi la lettura del Vangelo di Marco, che avevamo interrotto al capitolo 6, immediatamente prima della moltiplicazione dei pani. Ci eÌ offerto oggi gran parte del capitolo 7, collocato quasi a chiusura della prima sezione del racconto marciano, prevalentemente ambientata in Galilea. «Si riuniscono intorno a Gesù i farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme»: hanno fatto un lungo viaggio, eÌ vero, non peroÌ per cercare il Signore e la Vita che Egli eÌ e daÌ, ma per avere di che accusarlo, facendosi forti della propria osservanza e impeccabilità. Gli pongono una domanda provocatoria, apparentemente finalizzata a comprendere, in realtà ostile: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi?».
Vangelo secondo Marco – Mc 7,1-8.14-15.21-23
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”.
Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”.
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: “Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. E diceva [ai suoi discepoli]: “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”.
Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”.
Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: “Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. E diceva [ai suoi discepoli]: “Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo”.
O Signore, che ci hai saziati con il pane del cielo, fa’ che questo nutrimento del tuo amore rafforzi i nostri cuori e ci spinga a servirti nei nostri fratelli.
La vita del cristiano eÌ una testimonianza di Luce: egli trova pienezza e fecondità, che si fanno evidenti a tutti, nell’intimità col Signore e nell’ascolto docile; nell’amicizia con Dio eÌ il segreto della vera «sapienza» e «intelligenza»: «avere Dio vicino a noi», «abitare nella sua tenda, restare saldi per sempre», perché eÌ Lui, Dio Trinità, che vive in noi, ci “inabita”, per grazia, dal Battesimo! Quale indicibile dono! Quale grande ricchezza! Quale pegno di eternità! Chiediamo al Signore, mentre riprendiamo la quotidianità feconda della vita, la grazia di trasformare il nostro cuore e renderlo simile al suo.
Buona domenica.
A cura di Pier Luigi Cignoli – Foto ImagoEconomica