European Commissioner for Euro and Social Dialogue Valdis Dombrovskis speaks during a media conference at EU headquarters in Brussels, Wednesday, July 24, 2019. The media conference was held for the EU to comment on the governance framework for the Budgetary Instrument for Convergence and Competitiveness, the Anti-Money Laundering Package and the application of the new data protection rules. (ANSA/AP Photo/Virginia Mayo) [CopyrightNotice: Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved.]

All’Ue potrebbe servire un fondo per la ripresa da 1.500 miliardi di euro dopo la pandemia da coronavirus: così Dombrovskis, intervistato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt. “Potremmo finanziare il fondo con bond sostenuti da una garanzia degli Stati membri”

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Come già accaduto a inizio aprile, il vicepresidente della Commissione UE, Valdis Dombrovskis, apre acoronabond. Una posizione netta e abbastanza fuori dal coro, quella del commissario lettone, che di fatto si conferma al fianco dell’Italia e degli altri Paesi ‘mediterranei’ in questa delicata partita, pur premtettendo che “nulla è stato ancora deciso” in vista del vertice dei capi di stato del 23 aprile. L’Ue potrebbe servire un fondo per la ripresa da 1.500 miliardi di euro dopo la pandemia da coronavirus: questa in sintesi la posizione di Dombrovskis, intervistato dal quotidiano economico tedesco Handelsblatt. Proprio la Germania – sia pur con alcuni distinguo interni – guida lil fronte del no i debiti comuni. Su come finanziare questo fondo, “finora non è stato deciso nulla” – prosegue Dombrovskis – e il tema di bond comuni europei sarà “sul tavolo” alla riunione dei capi di governo del 23 aprile. Ma – e qui è il passaggio centrale – “potremmo finanziare il fondo con bond sostenuti da una garanzia degli Stati membri”.

“Nessuna decisione ancora presa”
La Commissione “sta lavorando a nuovi strumenti finanziari” al di là dei contributi nazionali che di solito confluiscono nei bilanci settennali dell’Ue, ha aggiunto Dombrovskis. Gli Stati del Nord come la Germania e i Paesi Bassi si sono finora opposti all’ipotesi degli eurobond: “Dobbiamo essere chiari con noi stessi che siamo in una crisi senza precedenti – ha sottolineato il commissario lettone -. Sta diventando necessario uscire dai vecchi schemi mentali”.

A cura di Renato Lolli – Foto Redazione

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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