8 agosto 1956, a Marcinelle, in Belgio, sono da poco passate le otto del mattino e nella miniera di carbone, del Bois du Cazier 275 persone lavorano nelle viscere della terra, a quasi mille metri di profondità, quando improvvisa avviene la tragedia; un carrello trancia un cavo elettrico provocando un corto circuito che innesca un incendio e scoppia l’inferno ….

La zona dell’incidente è quella del condotto d’aria principale ed immediatamente si diffonde in tutta la miniera, lasciando ben poche possibilità di scampo a chi in quel momento vi sta lavorando; l’allarme scatta prontamente e le squadre di soccorso si preparano in pochi minuti per il tentativo di salvataggio, scendendo alla ricerca dei compagni.
Ad inizio pomeriggio sono tredici i minatori riportati in superficie vivi, per gli altri 262 non ci sono speranze …. belgi, greci, polacchi, ungheresi, italiani …. hanno perso la vita ed i nostri connazionali rappresentano il numero maggiore, ben 136 ….

Il Bois du Cazier funziona dal 1822 e le condizioni di sicurezza sono carenti e vetuste, come verrà dimostrato nel corso degli anni, dopo che la prima inchiesta è stata caratterizzata da omissioni e carenze, creando notevoli polemiche tra le comunità belga ed italiana; solo successivamente verranno a galla alcuni particolari ed appunto tutte le carenze della miniera della morte.



Oggi a Marcinelle il Bois du Cazier è un museo
, alla memoria della tragedia e delle vittime, ma anche della storia dell’attività estrattiva e dell’industria.

Il Direttore responsabile Maurizio Vigliani – Foto Vigliani

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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