LORENZO GUERINI MINISTRO, GIUSEPPE CAVO DRAGONE AMMIRAGLIO

Al termine di una riunione di circa due ore tra i rappresentanti di governo e di maggioranza, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà ha preso atto del fallimento della mediazione e indicato che porrà la questione di fiducia al decreto Ucraina al Senato, se permangono le problematiche sollevate da M5s e Leu.
Il tentativo di mediazione per un ordine del giorno che introducesse una gradualità nell’aumento delle spese militari al 2% del Pil non è andato a buon fine e, senza cambiamenti dell’ultimo minuto, la maggioranza si presenta divisa davanti alle commissioni Esteri e Difesa del Senato (si riuniranno in seduta comune dalle 14.30)., mentre la discussione generale in Aula dovrebbe cominciare tra mercoledì e giovedì. Il nodo è l’odg presentato da Fratelli d’Italia a favore dell’aumento delle spese militari.
Il governo è intenzionato ad accoglierlo e, se l’opposizione ne chiedesse il voto, Pd, Iv, FI e Lega voteranno a favore in commissione, mentre M5s e Leu contro.

L’odg potrebbe quindi passare senza il voto di questi partiti. Durante la riunione con D’Incà e i sottosegretari Giorgio Mulè, Stefania Pucciarelli, Enzo Amendola e Benedetto Della Vedova, è emerso, netto, fin da subito il ‘no’ del Movimento 5 stelle alla mediazione, cercata con forza soprattutto dall’alleato dem.
I rappresentanti pentastellati Maria Domenica Castellone e Gianluca Ferrara hanno ribadito la contrarietà del Movimento all’aumento delle spese militari, in questo momento di difficoltà economica post pandemia e con la guerra in Ucraina in corso. Delegando in toto la trattativa last minute a Giuseppe Conte, confermato ieri alla presidenza del Movimento con il 94,19% dei voti, che dovrebbe incontrare oggi Mario Draghi. Tra le ipotesi un ordine del giorno di maggioranza in grado di tenere tutti dentro evitando così pericolosi incidenti.

Contraria all’aumento delle spese militari anche Leu, mentre Lega e FI hanno confermato l’ok alle spese militari fino al 2% del Pil. A favore anche Italia viva.

Nel pieno del braccio di ferro, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, intervenendo alla cerimonia per i 99 anni dell’Aeronautica militare, ha intanto sottolineato che gli investimenti per la Difesa sono “importanti e funzionali ai nostri beni più preziosi, la sicurezza, presupposto imprescindibile per la pace, giacché la capacità di deterrenza è fondamentale per preservare i valori fondamentali della nostra società e le conquiste delle nostre democrazie, recentemente drammaticamente messe a repentaglio dalla sanguinosa invasione dell’Ucraina”. Ma in un’intervista al quotidiano Avvenire il leader M5s ribadisce: “Il nostro è un no fermo al riarmo: il M5S si opporrà con tutta la sua forza parlamentare all’aumento sconsiderato delle spese militari”.

A cura di Renato Lolli – Foto Imagoeconomica

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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