Sembra sempre più evidente che dietro al disastro aereo in Colombia, che ha annientato la maggior parte della squadra di calcio brasiliana Chapecoense, ci sia stato l’errore umano.

Nelle ultime ore, le autorità boliviane hanno arrestato Gustavo Vargas Gamboa, il direttore generale della compagnia aerea Lamia. Nel frattempo si è appreso che la funzionaria che aveva autorizzato il piano di volo, nonostante la penuria di carburante, ha chiesto rifugio in Brasile.

A morire nel tragico schianto furono 71 persone delle 77 che erano a bordo, tra cui i giocatori e lo staff dirigenziale del Chapecoense, insieme a un ingente gruppo di giornalisti.

Nel mare delle ipotesi, quella che rimane la più accreditata riguarda l’esaurimento di combustibile poco prima di arrivare all’aeroporto di Rionegro, che serve Medellin. Lo stesso Vargas ha ammesso alcuni giorni fa al quotidiano Pagina Siete che l’aereo, un BA-146 modello RJ85 decollato da Santa Cruz, doveva rifornirsi di combustibile nella cittadina boliviana di Cobija, nell’estremo nord del paese, prima di continuare la rotta verso la città colombiana di Medellin.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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