I dati Inps parlano chiaro: nei primi tre mesi del 2016 sono stati stipulati 428.584 contratti a tempo indeterminato, trasformazioni comprese, mentre le cessazioni sono state 377.497 con un saldo positivo di 51.087 unità.

Tirando quindi le somme, il dato è peggiorativo del 77% rispetto al saldo positivo di 224.929 contratti stabili dei primi tre mesi 2015 e risente della riduzione degli incentivi sui contratti stabili. Il dato è peggiore anche del 2014 (+87.034 posti stabili nei primi tre mesi).

Questi dati risentono fortemente dell’introduzione di una nuova (e meno vantaggiosa) forma di incentivo contenuta nella legge di stabilità 2016. Questa è rivolta alle assunzioni a tempo indeterminato e alle trasformazioni di rapporti a termine di lavoratori che, nei sei mesi precedenti, non hanno avuto rapporti di lavoro a tempo indeterminato.

La misura dell’agevolazione prevede l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro (esclusi i premi Inail) in misura pari al 40% (entro il limite annuo di 3.250 euro) per un biennio. Nel 2015 l’esonero contributivo era totale (sempre esclusi i premi Inail) e triennale con un tetto di 8.060 euro.

Nel primo trimestre 2016 sono stati venduti 31.5 milioni di voucher destinati al pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio, del valore nominale di 10 euro, con un incremento, rispetto al primo trimestre 2015, pari al 45,6%. Lo rileva sempre l’Inps sottolineando che nel primo trimestre del 2015, la crescita dell’utilizzo dei voucher, rispetto al 2014, era stata pari al 75,4%.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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