Il Calcio unisce. Per quanti possano essere i detrattori di questo sport (il più amato e conosciuto nel mondo), il calcio ha raccontato e continua a raccontare delle gran belle storie. Storie a lieto fine, storie che commuovono, storie delicate di malattie incurabili e della solidarietà di un ambiente sempre più considerato mangia soldi e mangia giocatori. Sì, il calcio è anche business (negli ultimi tempi oramai quasi solo questo), ma il calcio è passione, è vicinanza, insomma è qualcosa di più.

Di più di tutto quello che gli altri ci vogliono far credere e ci mostrano in tv. Prendete, ad esempio, la storia di Jarmin Defoe, attaccante della squadra inglese del Sunderland e del piccolo Bradley Lowery di sei anni. Un bambino malato di cancro che incontra il suo idolo, che gioca nella sua squadra del cuore. Ma questa storia si differenzia da tutte le altre che abbiamo visto in passato. Perché, dite voi? Perché, il rapporto che si era instaurato tra i due era davvero speciale. Andava oltre il rapporto di cortesia, magari un po’ affettuosa, tra campione e piccolo tifoso. I due erano diventati amici, si volevano bene veramente, come un fratello maggiore può voler bene a uno minore. L’immagine dei due che dormono abbracciati e distesi sul letto è qualcosa di indescrivibile. L’umanità è ancora in grado di regalarci momenti come questi e questo fa ben sperare per il futuro. In queste righe ho usato il passato, ve ne siete accorti? Beh, per chi non lo sapesse, Bradley non ha vinto la sua battaglia contro il male, ma sicuramente l’ultimo periodo della sua vita è stato il più bello in assoluto. Defoe ha conosciuto una parte di sé che non sapeva di avere, grazie a quel piccolo campione che rimarrà sempre dentro al suo cuore. Le lacrime dell’attaccante del Sunderland, in una conferenza stampa, che passerà sicuramente alla storia, raccontano tutta la loro breve ma intensa storia di amicizia fraterna. Moriamo e nasciamo da soli, ma lungo il cammino della vita incontriamo persone che sanno insegnarci il giusto valore delle cose e questo ci arricchisce. Sapere che per ognuno di noi esiste un ‘angelo custode’, un Bradley Lowery ci riempie il cuore di gioia e soprattutto ci fa dormire sonni più tranquilli.

A cura di Nicola Luccarelli

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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