Così com’è fatto divieto per le società sportive stipulare contratti di cessione di diritti con soggetti ad alto tasso d’insofferenza, è vietato altresì corrispondere contributi, sovvenzioni e facilitazioni di qualsiasi genere ad associazioni di sostenitori, comunque denominate.

Evidente in queste norme la finalità del legislatore di tagliare i canali di finanziamento classico delle organizzazioni considerate “pericolose” del tifo, soprattutto calcistico. A corredo e a chiusura sistematica c’è poi l’intervento sulla parte generale del Codice Penale, con l’aggiunta di un’aggravante comune. “L’avere commesso il fatto in occasione o a causa di manifestazioni sportive o durante i trasferimenti da o verso i luoghi in cui si svolgono dette manifestazioni”.

E l’esclusione della “particolare tenuità del fatto” quando si procede per delitti commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive ovvero nei casi di oltraggio, resistenza, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Infine l’arresto differito in flagranza diventa norma definitiva dell’ordinamento che, diversamente, sarebbe scaduto il 30 giugno del 2020. 

Rifacendoci al divieto di elargire contributi, sovvenzioni e facilitazioni ai sostenitori dei club, con l’operazione “Last Banner”, i poliziotti della Digos di Torino hanno arrestato dodici persone, esponenti di spicco del tifo bianconero accusati di estorsione aggravata, auto riciclaggio, violenza privata e vendita illegale di biglietti. Tra loro i capi dei “Drughi”, dei “Tradizione”, dei “Viking” e del “Nucleo 1985”. Una vera e propria associazione per delinquere, gestita dalle frange ultrà della squadra di calcio della Juventus. L’accusa è che l’organizzazione avrebbe ricattato dirigenti della Juventus per continuare ad avere biglietti agevolati per le partite all’Allianz Stadium e gestire così, liberamente, il bagarinaggio. 

Nell’ambito della stessa indagine sono stati anche denunciati venticinque ultrà della Juventus per violenza privata aggravata in concorso. La Polizia di Stato ha inoltre eseguito trentanove perquisizioni in tutta Italia. L’indagine è partita quando i dirigenti della Juventus hanno denunciato il ricatto cui era sottoposta la società, dai suoi ultrà. Era la fine del campionato e la società aveva già interrotto alcuni privilegi, come abbonamenti gratuiti, concessi ai gruppi ultrà, scatenando la reazione delle tifoserie che hanno cercato di ripristinare la loro posizione di forza nei confronti della Juventus.

In tale situazione, la società sportiva, al fine di evitare ripercussioni e danni d’immagine, ha dovuto garantire circa 300 biglietti a pagamento per le gare in trasferta di campionato e di Champions League che sono stati poi in parte, redistribuiti dai capi ultrà, permettendo loro indebiti profitti. 

Il vice Direttore Ugo Vandelli – Foto Ansa

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Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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