Nessun nuovo prodotto italiano colpito dai dazi statunitensi. L’Italia ha superato indenne la revisione della lista dei prodotti soggetti all’innalzamento delle imposte indirette che gli Stati Uniti avevano emanato lo scorso ottobre dopo la sentenza dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) sul caso Airbus. Dal confronto tra l’elenco di beni stilato 4 mesi fa dall’Ufficio del rappresentante Usa per il Commercio e quello odierno, non risultano interessati altri prodotti o settori dell’export tricolore sul mercato americano. A ottobre le nuove tariffe avevano colpito tra gli altri anche l’agroalimentare italiano, con formaggi come il parmigiano reggiano e il grana padano, salumi, agrumi e liquori.

Dazi al 15% sull’import di aerei
Aumentano però i dazi sui velivoli Airbus importati dall’Europa: a partire dal prossimo 18 marzo passeranno dal 10% (imposto a ottobre) al 15%. Scongiurato, invece, il rischio di un ulteriore innalzamento delle imposte non solo per i prodotti italiani ma per tutti i beni colpiti con i dazi al 25% a ottobre: la lista originaria è stata solo lievemente modificata, rimuovendo per esempio il succo di prugna e aggiungendo i coltelli da cucina importati da Francia e Germania. L’Ufficio per il Commercio Usa si è comunque riservato di cambiare le merci colpite.

Perché i dazi
Lo scorso 2 ottobre il Wto aveva dato agli Usa il via libera a imporre tariffe per un totale di 7,5 miliardi di dollari contro l’Unione europea, accusata di aver fornito aiuti illegali ad Airbus, costruttore europeo di aerei. La sentenza ha segnato un momento chiave nella disputa ultradecennale tra i due blocchi economici. Nell’annunciare gli esiti della revisione dei prodotti colpiti, Washington si è ora dichiarata disponibile a raggiungere un accordo sulla disputa relativa ai sussidi ai colossi dell’industria aerea, anche alla luce dell’analoga sentenza del Wto, attesa per aprile, sui sussidi pubblici americani al produttore statunitense Boeing.

Redazione IL POPOLANO

La Cesenate

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